lunedì 30 giugno 2008

TRATTATO DI LISBONA: LA COSTITUZIONE PER LE BANCHE!



Il Trattato di Lisbona è quasi la fotocopia della Costituzione Europea che nel 2005 la Francia e l'Olanda avevano bocciato. E' stato cambiato quanche segno di punteggiatura, è stato cercato qualche altro sinonimo, ed ecco che si ripresenta per il 96% uguale a prima.

E' stata presentata come l'Europa del popolo: una grande nazione, ma se sarà ratificato il Trattato di Lisbona sarà solamente decretato il passaggio di un popolo dallo stato di "sovrano" quello di SERVO, o per essere più realistici: di SCHIAVO.

Siamo già schiavi della moneta emessa da una banca privata senza il controllo degli Stati nazionali. Ma la globalizzazione deve andare avanti, il mercato deve prevalere su tutto e la cosa migliore da fare in questa direzione è mettere al governo di questa "nuova europa-stato" dei banchieri. Ma forse ci sono già, hanno solo bisogno di maggiori poteri. L'unico lato positivo (?) del Trattato di Lisbona, è che ora possiamo tranquillamente parlare di "NUOVO ORDINE MONDIALE" senza essere accusati di essere pazzi, visionari e complottisti: con questo Trattato le menti nascoste che tengono i mano i fili delle nostre vite e di questo pianeta da intere generazioni, hanno confessato!

Questo Trattato è stato presentato come una svolta così importante e decisiva per il futuro dell'Europa che prevedeva fosse approvata all'unanimità, tutti gli stati dovevano essere d'accordo. Dopo il No dell'Irlanda invece è stato detto che 3 milioni di irlandesi sono solo l'1% della popolazione europea, quindi si va avanti lo stesso con le ratifiche dei vari paesi, un bel segnale di coerenza vero? Hanno già dimenticato i referendum popolari di Francia e Olanda? In un'Europa libera e democratica ogni stato ha il diritto di avere un referendum ed ogni governate onesto ha interesse a conoscere l'opinione di chi lo ha eletto.
Che senso ha fare i referendum se poi non si tiene in considerazione la volontà dei popoli?
"L'opinine del Paese dovrebbe legalmente, normalmente rivelarsi al governo intorno ad ogni cosa che tocca di più" (Aurelio Saffi).
La democrazia non ha solo il compito di rappresentare la maggioranza, ma ha il dovere di tener conto delle minoranze. Ma in una situazione di totale disinformazione sul Trattato di Lisbona non si può nemmeno parlare di minoranze. Quando ogni singolo cittadino potrà essere informato ed esprimere la propria opinione, allora si potranno sapere dove sono le maggioranze a favore o contrarie.
E' stato affermato che nel Trattato di Lisbona "non c'è trasferimento di sovranità" ma ogni trattato europeo determina un passaggio di sovranità dalle capitali e dai parlamenti nazionali verso Bruxelles, più poteri in comune e meno competenze ai singoli stati membri.
Il vero problema è che non si capisce quali siano i veri obiettivi dell'Unione Europea: uno stato federale tipo Usa? Perchè non è possibile un dibattito pubblico in parlamento Europeo, dove ogni stato può esporre il suo dissenzo o la sua approvazione? Invece si segue la linea dell'ambiguità e della disinformazione assoluta.
La Costituzione italiana sarà vanificata perchè il Trattato di Lisbona conferirà poteri straordinari alla Commissione dell’Unione Europea in quasi tutti gli aspetti della vita dei cittadini, in particolare su questioni di politica economica e di difesa, privandoci della nostra sovranità. Ricordate l'Art. 1: "la sovranità appartiene al popolo"?
L'Art. 11 recita:"L'Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali" sarà annullato dal "patto di solidarietà" del Trattato di Lisbona che prevede l'obbligo di un paese membro a scendere in guerra nel caso un altro paese membro venga attaccato. Inoltre sarà annullato il diritto alla neutralità e quindi o Svizzera, Svezia, Malta, Austria e Finlandia ci rinunciano o sono fuori dall'Europa: bell'esempio di democrazia no?!
Nel terzo millennio, dopo tanta strada fatta verso la "civiltà" sarà reintrodotta la pena di morte. Ma "loro" dicono che non è così, perchè sarà solo "per reprimere, in modo conforme alla legge, una sommossa o un'insurrezione" e "per atti commessi in tempo di guerra o in caso di pericolo imminente di guerra", ed è un passo davvero inquietante perchè siamo già in guerra con l'Iraq e siamo in "pericolo imminente" di un'altra guerra...quella con l'Iran. Inoltre cosa s'intende per sommose e insurrezioni? Una manifestazione davanti ad una discarica è un'insurrezione contro lo stato?
E' stato detto, anche da famose emittenti come la BBC, che gli Irlandesi hanno votato No perchè non abbastanza informati, benissimo, questa è la strada da seguire: non accettare un contratto a tempo indeterminato senza leggerlo e senza sapere cosa prevede. E' stato un atto di saggezza il NO del popolo irlandese.
Il Trattato di Lisbona ha dei lati ambigui ed oscuri, perchè come Costituzione dovrebbe solo stabilire i principi intorno ai quali ci si riconosce, i diritti e i doveri fondamentali dei cittadini, le linee guida lungo le quali si deve muovere un'intera comunità; invece si preoccupa di aspetti della vita dei singoli cittadini e del funzionamento dell'amministrazione.
Il cittadino dovrebbe essere al primo posto, invece il Trattato di Lisbona si preoccupa solo di stabilire le regole del mercato, regole economiche, finanziarie che riguardano solo le banche.
L'esercito è in fondo solo un mezzo con cui il mercato deve espandersi.
La globalizzazione è in crisi, ha bisogno di un esercito per sopravvivere?
Si vuole per forza imitare modelli quali la Cina e gli Usa dove la propria potenza è basata sullo sfruttamento e la sopraffazione? I cittadini europei non sono merci, ma non lo sono nemmeno quelli di altri continenti più poveri che non hanno nessuna possibilità di poter esportare le loro merci in Europa, perchè è un circolo chiuso, che aiuta solo se stessa.
Il Trattato di Lisbona non è un progetto politico, ma economico.
I cittadini non sono persone, ma merci delle banche.
Non c'è politica nella visione europea del trattato di Lisbona, e sarebbe importante una' unione nella condivisione di veri ideali, anche economici, ma senza la legge del più forte, la globalizzazione dovrebbe essere politica prima di tutto, ma questo succederà solo quando le banche smetteranno di governare il mondo, opprimendo i più deboli con un debito pubblico che non potranno mai risanare. I politici hanno dato alle banche il potere di autogovernarsi, senza nessun controllo esterno e adesso o ne paghiamo le conseguenze oppure dobbiamo alzare la testa, prima con l'informazione eppoi con i diritto a decidere del nostro futuro.

mercoledì 25 giugno 2008

Jeremy Rifkin

Jeremy Rifkin è un grande e sicuramente il suo discorso è magnifico.

Pur tuttavia incompleto.

1) Democratizzare l'energia, come lui dice, è un processo che non può assolutamente passare attraverso la politica e i suoi organismi così come li vediamo adesso.
Affidare i nuovi programmi energetici e le relative risorse alle attuali caste vorrebbe dire suicidarsi definitivamente, per l'umanità.
Nel giro di un quinquennio ci troveremmo sopraffatti da un regime di oligarchie che gestiscono tutte le disponibilità energetiche, esattamente come è adesso, ma anzi anche di più perchè non ci sarebbe più nemmeno lo spauracchio (per loro) dell'alternativa.
Quindi il primo passaggio per la rivoluzione energetica del terzo millennio è una evoluzione culturale che porti a considerare le risorse come un patrimonio pubblico inviolabile.
Temo che senza ricorso alla forza questo non sarà possibile, anche se vorrei tanto sbagliarmi.

2) Quello che non mi piace nel suo discorso è il richiamo alle finalità economiche tout-court.
E io invece dico che la svolta può esserci solo se si svincolerà la questione energetica da quella economica...se l'umanità avesse davvero voglia di manifestare una qualche forma di evoluzione in termini di civiltà, dovrebbe saper rinunciare all'utilizzo delle risorse energetiche a scopo economico.

3) Se ci si soffermasse di più a studiare il modo di NON CONSUMARE o consumare meno piuttosto che modellare i dati numerici sull'attuale comportamento energetico dell'umanità, il processo di transizione verso la nuova era sarebbe sicuramente più equo, perchè una richiesta di energia limitata al minimo indispensabile per rendere comoda l'esistenza, scoraggerebbe a monte le speculazioni che hanno afflitto il XX secolo.

Per il resto, un caloroso saluto all'eminente scienziato.

martedì 24 giugno 2008

George Carlin

Il paradosso del nostro tempo nella storia è che abbiamo EDIFICI sempre più alti, ma MORALITA' più basse, AUTOSTRADE sempre più larghe, ma ORIZZONTI più ristretti.

SPENDIAMO di più, ma ABBIAMO meno, COMPERIAMO di più, ma GODIAMO meno. Abbiamo case più grandi e famiglie più piccole, più comodità, ma meno tempo. Abbiamo più istruzione, ma meno buon senso, più conoscenza, ma meno giudizio, più esperti e ancor più problemi, più medicine, ma meno benessere.

Beviamo troppo, fumiamo troppo, spendiamo senza ritegno, ridiamo troppo poco, guidiamo troppo veloci, ci arrabbiamo troppo, facciamo le ore piccole, ci alziamo stanchi, vediamo troppa TV e preghiamo di rado. Abbiamo moltiplicato le nostre proprietà, ma ridotto i nostri valori. Parliamo troppo, amiamo troppo poco e odiamo troppo spesso.

Abbiamo imparato come guadagnarci da vivere, ma non come vivere. Abbiamo aggiunto anni alla vita, ma non vita agli anni. Siamo andati e tornati dalla Luna, ma non riusciamo ad attraversare il pianerottolo per incontrare un nuovo vicino di casa. Abbiamo conquistato lo spazio esterno, ma non lo spazio interno.

Abbiamo creato cose più grandi, ma non migliori. Abbiamo pulito l'aria, ma inquinato l'anima. Abbiamo dominato l'atomo, ma non i pregiudizi. Scriviamo di più, ma impariamo meno. Pianifichiamo di più, ma realizziamo meno. Abbiamo imparato a sbrigarci, ma non ad aspettare. Costruiamo computers più grandi per contenere più informazioni, per produrre più copie che mai, ma comunichiamo sempre meno.

Questi sono i tempi del fast food e della digestione lenta, grandi uomini e piccoli caratteri, ricchi profitti e povere relazioni. Questi sono i tempi di due redditi e più divorzi, case più belle, ma famiglie distrutte. Questi sono i tempi dei viaggi veloci, dei pannolini usa e getta, della moralità a perdere, delle relazioni di una notte, dei corpi sovrappeso e delle pillole che possono farti fare di tutto, dal rallegrarti al calmarti, all'ucciderti.

E' un tempo in cui ci sono tante cose in vetrina e niente in magazzino. Un tempo in cui la tecnologia può farti arrivare questa lettera e in cui puoi scegliere di condividere queste considerazioni con altri o di cancellarle. Ricordati di trascorrere del tempo con i tuoi cari ora, perché non saranno con te per sempre.

Ricordati di dire una parola gentile a qualcuno che ti guarda dal basso in soggezione, perché quella piccola persona presto crescerà e lascerà il tuo fianco.

Ricordati di dare un caloroso abbraccio alla persona che ti sta a fianco, perché è l'unico tesoro che puoi dare con il cuore e non ti costa nulla.

Ricordati di dire “vi amo” ai tuoi cari, ma soprattutto pensalo. Un bacio e un abbraccio possono curare ferite che vengono dal profondo dell'anima.

Ricordati di tenerle le mani e godi di questi momenti, perché un giorno quella persona non sarà più lì.

Dedica tempo all'amore, dedica tempo alla conversazione e dedica tempo per condividere i pensieri preziosi della tua mente.

E RICORDA SEMPRE:

la vita non si misura da quanti respiri facciamo, ma dai momenti che ci tolgono il respiro.

George Carlin

lunedì 23 giugno 2008

Clementina Forleo

Il pensiero unico dominante che fa il palio con l'ideologia degli Eurocrati mondialisti vuole che si definisca terrorista e punisca come tale chiunque osi lottare contro la (presunta) democrazia imposta dall'esterno.
Gli effetti sono sotto gli occhi di tutti.
Ma molti sicuramente non ricordano o hanno rimosso il motivo primevo per cui Clementina Forleo fù a suo tempo immediatamente sottoposta al tiro incrociato dei portaborse mediatici dei potenti e prepotenti oligarchi di casa nostra.

Eccolo qui

Clementina Forleo, con coraggio e coerenza, violò i dogmi prescritti dal pensiero unico dominante, dogmi per i quali, ad esempio, chi invade e devasta un paese sovrano per instaurare un regime democratico burattino, depredando un popolo delle sue risorse e uccidendo 600.000 civili, ebbene costui è un virtuoso pacificatore, nume tutelare dei sani principi democratici, mentre chi vi si oppone è un terrorista.

Ma pochi hanno mai letto almeno in sintesi la sentenza.
Vi si trova, fra l'altro:

"Condannare come terrorismo ogni guerriglia violenta significherebbe negare l'elementare diritto di resistenza all'occupazione di truppe straniere e quello dell'autodeterminazione dei popoli sancito ad Helsinki nel 1975 e sottoscritto da quasi tutti gli Stati del mondo.
E' guerriglia quando l'attacco violento è indirizzato su obbiettivi militari, è terrorismo quando colpisce indiscriminatamente militari e civili".

Ora leggete i commenti più votati di oggi sul blog di Beppe Grillo e intravedrete nei demenziali progetti del trattato di lisbona l'estensione planetaria del dogma del pensiero unico dominante.

Qui

E sempre onore a Clementina Forleo.

Lettera a Marco Travaglio e Beppe Grillo

A: Marco Travaglio.
P.C.: Beppe Grillo.

Oggetto: Trattato di Lisbona.

Come sicuramente saprai, Indro Montanelli, una volta, rivolgendosi a Massimo Fini, pronunciò questa frase:

"NOI ANARCHICI ABBIAMO BISOGNO DELL'ORDINE, SENNO' CHE GUSTO AVREMMO A RIBELLARCI?"

Anche Montanelli era e si considerava un ribelle.
All'ordine costituito, ma nella fattispecie odierna all'ordine preconfezionato ad uso e consumo dei potenti, dei prepotenti, dei tiranni, dei malfattori.
Ora abbiamo tutti un problema: quell'ordine della citazione di Montanelli, si appresta a diventare un super-ordine, un nuovo ordine mondiale.
Un super-stato totalitario, sovranazionale, incostituzionale, della cui natura ai popoli non è dato venire a conoscenza.
I media sono ossequenti al diktat di passare tutte le informazioni riciclandole sotto l'egida dell'usurpato termine, ormai privo di valore: "DEMOCRAZIA".
Ci imbelinano cercando di convincerci che quella sarà più democrazia per tutti.
I liberi di spirito non solo percepiscono, ma SANNO, che è la più grande menzogna che stanno raccontando ai popoli dell'europa e del mondo.
Allora, dico io, che di Montanelli ebbi incondizionata stima sebbene fosse uomo di destra mentre io no, dobbiamo mettere in atto una SUPER RIBELLIONE.
E ti riporto dunque il mio commento di ieri, per la tua attenzione e quella di Beppe Grillo.

"Ci stanno rubando gli ultimi brandelli di identità col trattato di Lisbona, infischiandone delle volontà dei popoli.
Fregandosene delle regole che loro stessi si erano dati, per cambiarle all'occasione a giochi in corso.

Ogni singola frase, ogni singolo intento, nel trattato di Lisbona, ogni singolo commento dei leaders camerieri dei Bankenstein mondiali, trasuda arroganza, prepotenza, indifferenza nei confronti della sovranità dei popoli.
Totalitarismo e nuovo ordine mondiale.
Vogliono questo.

E' il vero manifesto del nuovo ordine mondiale.

La parola da urlare dal profondo dell'anima non è "rivolta", non è "rivoluzione".
La parola d'ordine è RIBELLIONE.

Spartaco, nel 73 a.c. condusse contro Roma una rivolta di schiavi, ma con la mentalità dello schiavo.
Egli, pur nell'eroismo della sua lotta, animato da alti ideali, fronteggiò il nemico usurpatore, ma ponendosi contro di esso con le vesti che il medesimo gli aveva assegnato.

Noi siamo Popoli, noi siamo Nazioni, ma anzitutto noi siamo Uomini Liberi, non eserciti di schiavi.

Noi siamo i legittimi gestori delle nostre terre e delle risorse che la natura ci ha affidato.

Siamo i custodi delle nostre tradizioni, gli artefici delle nostre culture, noi siamo i fautori dei progressi civili e dei valori delle comunità.

Noi, agli usurpatori, ci RIBELLIAMO.

DOV' E' L'AMORE PER LA PATRIA?



Se gli italiani s'indignassero tanto quanto s'animano per il calcio, questo paese sarebbe totalmente diverso da quello che è.
Ci sentiamo uniti solo quando gioca la nazionale.
Scendiamo in piazza solo per sventolare una bandiera, ma se qualche ministro la insulta la cosa non ci tocca minimamente.
Ci lamentiamo delle tasse, del non arrivare a fine mese, ma il dover pagare 300.000 euro al giorno per rete4 non interessa a nessuno.
Non c'è giustizia, perchè i criminali sono per le strade invece che in carcere, ma sono anche in Parlamento, l'indulto è passato perchè è stato votato da 70 deputati di Forza Italia, e una bella percentuale di questi aveva interesse ad evitare il carcere.
Perchè questo non ci fa indignare?
Il presidente del Consiglio ha progettato una nuova Lex Berlusconi a suo uso e consumo per sottrarsi alla propria condanna in un processo per corruzione. Vuole inserire innanzitutto un emendamento in un decreto legislativo sulla "sicurezza" programmato dal suo governo, come riferiscono i media di cui è il magnate.
Senza dimenticare tutte le Lex-Berlusconi del suo precedente mandato.
Come si può non indignarsi per queste cose? Un cittadino onesto dovrebbe scendere in piazza e scatenare l'ira di Dio!
Siamo posseduti da Satana e non capiamo che il demonio sono i media corrotti!
VADE RETRO (le sbarre) SILVIO!

venerdì 20 giugno 2008

Ancora sul Trattato di Lisbona

da: www.corriere.it

BRUXELLES - Il Trattato di Lisbona torna sul tavolo del Consiglio Europeo: la questione sarà trattata il prossimo 15 ottobre, al primo summit sotto presidenza francese, per «esaminare la via da seguire». È quanto si afferma nella bozza di conclusioni del vertice di Bruxelles proposta dalla presidenza di turno slovena.

IRLANDA - Il Consiglio Europeo prende atto che «occorre più tempo» per esaminare la situazione del Trattato e che l'Irlanda «procederà attivamente» in consultazioni interne e con i partner per «proporre una via di uscita», si legge nella bozza, in cui viene tra le altre cose confermata la volontà del Consiglio di «occuparsi dei cittadini» e di raggiungere «risultati concreti» nelle politiche che «preoccupano i cittadini».

«LE RATIFICHE PROSEGUONO» - Il Consiglio Europeo prende atto inoltre che già si sono avute 19 ratifiche da parte dei paesi membri del Trattato di Lisbona e che le ratifiche «proseguono in altri paesi».

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traduco: "dei miserabili sudditi, villici plebei irlandesi, hanno osato romperci le uova nel paniere votando contro il trattato di lisbona? non era previsto, ma...chissenefrega?!
sono sudditi, noi regniamo e facciamo come minghia ci pare."

I burocrati europei, servi dei Bankenstein mondiali, troveranno l'escamotage per aggirare le stesse regole che si erano dati, sapendo già in partenza che se non avessero funzionato le avrebbero cambiate a giochi in corso.

Fosse per me scatenerei Nerone in quel di bruxelles.

Lucio Sergio Catilina

"Ora che il governo della Repubblica è caduto nel pieno arbitrio di pochi prepotenti...a loro, popoli e nazioni pagano tributo.
Noi altri tutti, valorosi, valenti, nobili e plebei, non siamo che volgo, senza considerazione, senza autorità, schiavi di coloro cui faremmo paura sol che la Repubblica esistesse davvero.
Ma chi, chi, se è un uomo può ammettere che essi sprofondino nelle ricchezze e che le sperperino nel costruire sul mare e nel livellare i monti, mentre a noi manca il necessario per vivere? Che essi si vadan costruendo case e case, l'una appresso all'altra, e che noi non s'abbia in nessun angolo un tetto per la nostra famiglia? Essi comprano dipinti, statue, vasellame cesellato; abbattono edifici appena costruiti per ricostruirne altri; ma per quanto dilapidino e maltrattino il denaro in tutti i modi, pure non riescono a esaurire la loro ricchezza con i loro infiniti capricci!
Per noi, la miseria in casa, i debiti fuori, triste l'oggi, spaventoso il domani. Che abbiamo, insomma, se non l'infelicità del vivere? Perché dunque NON VI SVEGLIATE?»"

[Lucio Sergio Catilina - Politico Romano - 63 A.C.]

giovedì 19 giugno 2008

L' ACQUA E' UGUALE PER TUTTI



Il nano-governo, presenterà il prossimo 18 luglio, un "Piano per lo sviluppo" che prevede l'obbligo di messa in gara per tutti i servizi pubblici, quindi riguarderà anche l’acqua e il servizio idrico integrato, non si capisce dove sta l'urgenza di queste privatizzazioni a tappeto.
L'acqua è un bene comune di tutti, un vero patrimonio e non una merce a disposizione dei furbetti di turno, da sfruttare ad uso e consumo per l'incremento del proprio capitale finanziario.
L’acqua è un diritto inalienabile ed universale ma scarso e limitato.
Il diritto dell’uomo ad avere libero accesso all’acqua potabile è indispensabile per condurre una esistenza degna. L’acqua, la sua infrastruttura ed il suo servizio devono stare al servizio di tutti.
Le risorse di acqua stanno finendo: è una grave emergenza in molte aree del mondo: ogni giorno 30.000 persone muoiono per cause connesse alla scarsità d'acqua o alla sua cattiva qualità e igiene. Ma l'acqua sta diventando un bene sempre più scarso soprattutto per la cattiva gestione che se ne fà.
Credo che tutti dovrebbero conoscere e ricordare la storia di di Cochabamba in Bolivia.
Questa città oramai è il simbolo mondiale della lotta per il controllo dell'acqua.
Nei primi anni novanta, a Cochabamba, ci fu un forte incremento della popolazione, a causa del trasferimento nella città di molte persone provenienti dalle campagne. Il servizio pubblico che gestiva l'acqua non riusciva a soddisfare la sempre più crescente domanda della popolazione, ma di questo la causa era anche la corruzione statale, di governanti che avevano i propri interessi personali.
La Banca Mondiale che aveva già concesso alla SEMAPA (Servicio de Agua Potable y Alcantarillado de Cochabamba) pacchetti di aiuti finanziari, decise che per risolvere i problemi di Cochabamba, bisognava privatizzare l'intero sistema di approvvigionamento dell'acqua potabile. Fu facile per i malfattori della Banca Mondiale ottenere questo: era il "prezzo da pagare" perchè la Bolivia potesse accedere anche in futuro ai prestiti della BM e del Fondo Monetario Internazionale, come si dice...col ricatto si ottiene tutto!
Nel febbraio 1996 la Banca Mondiale concesse ul prestito di 14 milioni di dollari al comune di Cochabamba per l’espansione del servizio dell’acqua, con la condizione che il comune avrebbe provveduto a privatizzare il servizio stesso. La BM specificò anche al governo boliviano che "non sarebbe stato necessario concedere sussidi alla popolazione come contributo all’aumento della tariffa dell’acqua a Cochabamba". In altre parole, per avere l’acqua, i residenti del comune di Cochabamba, poveri compresi, dal quel momento avrebbero dovuto pagare per l’acqua il prezzo di mercato intero, senza nessun eventuale aiuto da parte dello Stato. Appare quindi indiscutibile il ruolo dominante della Banca Mondiale giocato all’ombra della scelta della privatizzazione.
In una strana asta pubblica a porte chiuse alla quale partecipò un solo offerente, i funzionari boliviani sottoscrissero un contratto di concessione dell’acqua di Cochabamba, per 40 anni, ad una misteriosa nuova società denominata "Aguas del Tunari" (AdT), che poi risultò essere una sussidiaria del gigante di ingegneria californiana Bechtel (legata a Dick Cheney) con diverse partecipazioni tra le quali quelle delle italiane Edison-Aem e della spagnola Abengoa.
Il contratto gaarantiva alla nuova società un utile medio del 16% annuale durante ogni anno in cui vigeva il contratto (40 anni).
Il finanziamento di questo profitto richiedeva un grande aumento del fatturato locale per il rifornimento dell’acqua. Per motivo, poche settimane dopo aver preso possesso del controllo dell’acqua, la società boliviana facente capo alla Bechtel colpì fortemente le popolazioni locali pretendendo un aumento delle tariffe per il servizio dell’acqua di circa il 200%. In una situazione di monopolio assoluto succedeva, ad esempio, che un operaio che guadagnava un salario minimo pari a 60 dollari si ritrovava a dover pagare 15 dollari solo per mantenere attivo in casa sua il servizio dell’acqua corrente!
E così scoppiò la "guerra dell’acqua". L’intera popolazione civile di Cochabamba organizzò una serie di proteste in cui si esigeva l’annullamento immediato degli insostenibili aumenti. Il governo boliviano, in difesa delle multinazionali straniere, mandò 1200 poliziotti per le strade della città andina con lo scopo di soffocarne le proteste.
Nonostante ciò i cittadini di Cochabamba riuscirono ad immobilizzare l’intera città con uno sciopero generale che blocco strade, scuole e negozi. Uno sciopero generale senza precedenti che aveva come obiettivo l’uscita di scena definitiva della Bechtel ed il ritorno dell’acqua in mano statali.
Il presidente Hugo Panzer sancì addirittura il ritorno alle leggi marziali ed la conseguente chiusura della stazione televisiva di Cochabamba, oltre all’arresto di tutti i leader della protesta, ma lo sciopero non si fermò. Il 10 aprile tutti i funzionari della Bechtel furono costretti ad abbandonare il paese. La compagnia dell’acqua passò così sotto il controllo di un corpo esecutivo e amministrativo formato da funzionari municipali e dai leader dei movimenti civili.
La guerra dell’acqua era vinta. Cochabamba insegna....
Qui da noi cosa succederà? Stanno "piazzando" l'esercito prima di qualsiasi rivolta..
Vogliono farci abituare alla militarizzazione delle città così ci sentiremo "al sicuro"....nelle mani del tiranno...

NUCLEARE E' BELLO...MA PER CHI ?



L'Enel oramai ha la ricetta pronta per il ritorno al nucleare entro il 2020, in barba ad un referendum dove la volontà dei cittadini si è espressa contraria, ma in Italia dove oramai vige la dittatura, lo stato non siamo noi cittadini.
L'amministratore delegato dell'Enel Fulvio Conti, è stato di grande aiuto alla "nobile" causa del nucleare, rilasciando interviste a vari quotidiani della casta, dove parla di blackout: "Rischiamo di restare al freddo e al buio".
Dietro questa preoccupazione per noi cittadini, si nascondono sempre interessi economici con molti ma molti zeri.
L'UBS la grande banca svizzera privata (legata a filo doppio con Clearstream) con il suo eccellente cast di analisti esperti in paradisi fiscali e riciclaggio di denaro, ha stimato dal progetto dell'Enel sul nucleare un aumento del titolo dall'attuale 7 a 9 € entro la fine dell'anno.
La valutazione deriva dal prezzo pagato da E.On per le centrali di Endesa Italia che sono state valutate circa 8 miliardi di euro per un valore implicito di 1.108 euro per kW di potenza installata.
Quindi come ha dichiarato il ministro Scaiola: "Entro 5 anni la prima pietra delle nuove centrali italiane nucleari"...e di questo affare colossale.
L'Enel parla di "centrali di terza generazione" e di "terza generazione migliorata" con 2 iter di autorizzazioni per un super contesto normativo ancora da "allestire"...
Questo vuol dire che i criteri delle norme sono ancora da definire, ma ricordiamoci che al di là della sicurezza, che può venir meno di fronte ai grandi interessi economici, il grande problema delle centrali nucleari non è la sicurezza ma gli scarti: le scorie radioattive. oramai non si sa più dove metterle, a meno chè non trovi un posticino la criminalità organizzata, grande esperta del settore...
Gli Stati Uniti hanno investito 8 miliardi di dollari in 18 anni per stoccare i residui all’interno delle montagne Yucca, lì dovrebbero essere al sicuro per 10 mila anni… ma hanno già cominciato a contaminare l’area.
Inoltre gli studi dell’agenzia internazionale per l’energia atomica dicono che l’uranio comincerà a venir meno dal 2025-2035, come il petrolio, e i prezzi, quindi, andranno su. Si potrebbe usare il plutonio, peccato che si presti divinamente a farci le atomiche.
Il nucleare ha bisogno di troppa acqua. Il il 40% dell’acqua potabile francese serve a raffreddare i reattori. 5 anni fa molti anziani morirono per il caldo, e scarseggiò l’acqua per raffreddare gli impianti, sicché fu ridotta l’erogazione di energia elettrica. E morirono ancora più anziani per mancanza di aria condizionata.
Come dice Roberto Saviano: "le organizzazioni criminali non sono mai all'opposizione".
Cosa ci dobbiamo aspettare da uno stato governato dagli interessi personali di onorevoli "abusivi" che sono lì di prepotenza perchè nessuno ha avuto la possibilità di votare?
L'abitudine non è mai una bella cosa, fa sembrare normale anche ciò che non lo è. Siamo abituati all'illegalità dopo mani pulite ora viviamo tranquillamente l'era di "mani sporche". Vediamo la delinquenza negli "stranieri" ma non nei nostri governati.
E' vero: "quando c'è la salute c'è tutto", ma proprio per questo ci dobbiamo pensare dicendo NO alle centrali nucleari...e ad altro, ma ne parleremo la prossima volta!

ARTICOLO CONSIGLIATISSIMO

mercoledì 18 giugno 2008

Italia = laboratorio di sperimentazioni anatomiche



l'esperimento che tra tutti ha avuto più successo è uno scambio di posizione di organi.
ispiratore ne fù Totò, che in suo famoso film si rivolgeva all'interlocutore intimandogli "LEI, FACCIA DA PERNO!"
nella fattispecie l'incipit si è vieppiù trasformato in "LEI, FACCIA DA C-U-L-O!".

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ok, ora chiedetevi come mai la tanto acclamata Europa coi suoi altrettanto acclamati superpoteri di supervisione, di fronte a codeste italiche storture non dica nè tantomeno FACCIA (sempre da C-U-L-O) una beneamata mazza.
cosa gli frega, se ci pensate bene, ai nauseanti eurocrati camerieri dei banchieri mondiali affamatori, se l'itaglia è sempre più una repubblica delle banane, peggio, molto peggio di un regime totalitario di sudamericana memoria?
ebbene non gliene frega una mazza...basta che paghiamo.
non bisogna essere einstein per capirlo.
ma molti "bonaccioni", beotamente e/o appecorinatamente, ancora non ci vogliono credere.

W l'I-R-L-A-N-D-A!

domenica 15 giugno 2008

Bankestein - Europa (Mondo)

"Gli oligarchi-burocrati s’erano fatti una legge. La legge diceva: il trattato di Lisbona è privo di valore legale (null and void) se un solo Stato-membro non lo ratifica. Oggi che l’Irlanda ha rifiutato di ratificare, Napolitano sostiene che il Trattato di Lisbona resta in vigore, e la volontà di un solo Paese non conta nulla, perchè è piccolo. Già dimentico che anche Francia ed Olanda, Paesi fondatori, hanno detto no nel 2005.

Questo è il modo con cui lorsignori intendono la «legalità»: si rimangiano le loro stesse «norme». Piuttosto che dichiarare nullo il loro trattato, distillato a porte chiuse, dichiarano nulli i popoli. Ed ora, si riuniscono in settimana allo scopo di distillare un nuovo inghippo «legale» per imporre la loro volontà burocratica."

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i bastardi Bankestein, parassiti del pianeta, vogliono un popolo mondiale privo di consapevolezza, di spirito critico e di senso della ribellione.
vogliono l'omologazione di ciascun individuo al mero ruolo di "CONSUMATORE", privo di identità, al di fuori di quella miserrima e del tutto esteriore, basata sui segni materiali, gli status-symbol, identità perfettamente funzionale al sistema produttivo.
le necessità razionalizzatrici dell'economia (distorta nel suo originario significato che era di funzionalità pragmatica all'esistenza, mentre è diventata il fine ultimo della medesima) esigono e presuppongono una OMOGENEITA': di consumi, di stili di vita e, alla fine, anche di personalità. Nella folla dei consumatori l'uomo è anonimo. In questa festa degli oggetti è solo.

da "I fratelli Karamazov" di F. Dostoevskij:

"Ma verrà pure un giorno in cui la fiera s'appresserà a noi e si metterà a leccare i nostri piedi e ad innaffiarli con lacrime di sangue".

E così sia.

Il trattato di Lisbona e il valore della distanza.

Dobbiamo PRETENDERE che il mondo sia pieno di diversità.
pieno di identità distinte e anche all'occasione contrapposte.
come natura comanda e insegna.

Un mondo in cui LO SCAMBIO SIA VOLUTO E CONSAPEVOLE E NON COMANDATO, ANZI IMPOSTO, DALL'ALTO.
Vogliono OMOLOGARCI, IMBAVAGLIARCI, SCHEDARCI, MICROCHIPPARCI.
CI VOGLIONO RACCHIUSI IN UN UNICO BLOCCO, CON UN UNICO GOVERNO, MONDIALE E MONDIALISTA.
TOTALITARISMO PLANETARIO.
HITLER AL CONFRONTO ERA UN PRINCIPIANTE.

E i popoli, sopìti nelle coscienze, stretti nello sforzo quotidiano di sopravvivere, ronfano nell'ignavia.

L'Irlanda, vivaddio, ha detto NO al tanfo globalista, nuovordinemondialista, tanto affine ai Bush padre e figlio, ai Giovanni Paolo II, ai Sarkozy, alle Merkel e ai vari Veltrusconi sparsi per il pianeta.
Il tanfo dei Rothshild, dei Rockfeller, dei Morgan, della Monsanto et similia, della Impregilo, della BCE, del WTO, della Banca mondiale, del F.M.I. e di tutti i loro tentacoli più o meno visibili.

Il problema vero dei nostri tempi e della nostra cultura è che ci hanno fatto perdere IL GUSTO E IL VALORE DELLA DISTANZA.
ci hanno inculcato per generazioni che era nostro dovere "colmare le distanze".
La distanza è un bene, perchè avvicina le menti più che mai quando esse fisicamente sono lontane...è un bene perchè è FATICA, e come tutto ciò che nasce dalla fatica è preziosa, è un bene perchè tiene alta la cifra delle identità, dei costumi, delle tradizioni, delle abitudini e insomma della cultura che trae linfa vitale dai colori del mondo...
Il sacro impulso che sgorga dal raffronto con le diversità in seno alla natura.
Vogliono toglierci tutto quello che rende la vita davvero degna di essere vissuta, nell'autentico RISPETTO e nella vera TOLLERANZA nei riguardi del prossimo.
Il rispetto e la tolleranza che nascono dall'intimo archivio dei migliori istinti dell'essere umano, quegli istinti che progrediscono con la storia, che si affinano con la conoscenza e con la pratica dell'incontro.

Mi auguro di assistere al giorno in cui la gente, la gente comune, si sveglierà dal torpore, scioglierà le catene e i bavagli, in qualsiasi modo, anche con l'uso della forza, abbattendo questo sistema in cui l'autotutela del potere, di qualsiasi potere, è diventato il DOGMA a cui ci stanno assoggettando.
Al punto che il nostro patrimonio genetico non contempla nemmeno più il concetto di RIBELLIONE.

mercoledì 11 giugno 2008

Bob Kennedy

18 marzo 1968

Quello che sarebbe potuto diventare il presidente degli Stati Uniti d'America pronunciò questo straordinario discorso, tre mesi prima di venire assassinato.
Con voce piena di partecipazione e rotta dalla commozione in alcuni passaggi, senza leggere il testo che egli stesso aveva precedentemente preparato (infatti nella registrazione audio mancano alcune frasi originariamente presenti), Bob Kennedy parlò agli americani spiegando con poche e semplici parole quanto fosse misero e meschino il metro di misura che il mondo contemporaneo usava, e usa a maggior ragione oggi, per stimare la ricchezza di una nazione, la sua cultura e il suo progresso sociale.
Parole che, anche se indirizzate al popolo americano, risuonano tuttora come un monito all'umanità intera.

N.B.: nel discorso Bob Kennedy pronuncia tra le altre questa frase:

"It counts Whitman's rifles and Speck's Knifes"

facendo riferimento a Charles Whitman e Richard Speck che furono due serial killers degli anni '60.
Nei sottotitoli ho sostituito i loro nomi con la sola parola "assassini":

"Comprende i fucili e i coltelli in mano agli assassini"