sabato 25 ottobre 2008
L'OCCCHIO IMPLACABILE DEL POTERE: Con la Paura si Governa il Mondo
A chi si è chiesto quali obiettivi, grazie al trattato di Schengen, si sarebbero raggiunti con l’abolizione dei confini territoriali e il libero ingresso di stranieri in Italia è facile rispondere. Da un lato consegnare l’Italia nelle mani degli stranieri e dall’altro, grazie all’inevitabile aumento della criminalità (il maggior numero di crimini in Italia è commesso da stranieri), giustificare l’instaurazione di un esasperato controllo sull’individuo. Tutto questo ha comportato un vantaggio enorme per i detentori del potere. La paura può essere utilizzata. Il non voler ripristinare il controllo delle frontiere e l’approvazione dell’indulto non sono stati solo atti di barbarie e dispregio assoluti nei confronti degli Italiani, ma deliberate azioni tese a giustificare le norme che successivamente sono state adottate. Con la ratifica del trattato di Lisbona il Popolo Italiano invece ha perso definitivamente la propria sovranità territoriale e giurisdizionale. D’ora in poi un qualsiasi magistrato di uno dei Paesi aderenti al trattato può indagare su ogni singolo cittadino dell’unione europea, Italiani compresi; può trarlo in arresto dal Paese di origine nel Paese da cui parte l’”indagine” — così che per l’accusato, non conoscendo la lingua, sia più difficile difendersi — e la pena si sconterà in prigioni non italiane. La confisca dei beni e il blocco del conto corrente renderanno difficile il pagamento della difesa legale. Le patrie galere, infine, nel tempo rese “insufficienti” rispetto alle reali necessità giustificheranno l’uso delle prigioni degli altri 26 Paesi aderenti al trattato.
Resta una domanda su cui soffermarsi e cioè su chi siano i veri criminali da perseguire. Agli occhi della maggioranza degli Italiani l’aumento verticale della criminalità giustificherebbe l’aumento dei controlli polizieschi per evidenti motivi di sicurezza. Agli occhi del Potere le cose cambiano: se i soldi assegnati alle nostre forze di polizia sono stati ulteriormente diminuiti, invece le spese relative all’installazione di sistemi automatici di videosorveglianza su tutto il territorio nazionale, in particolare lungo le autostrade e nelle città, sono aumentate vertiginosamente. Non si tratta solo di sistemi elettronici sofisticati ma anche di impianti dotati di fibre ottiche, che riducono al minimo le interferenze sul segnale e garantiscono un’ alta definizione dell’immagine. Il costo delle fibre ottiche è altissimo. Si pensi che se si volesse realizzare l’impianto video di sicurezza in una caserma la spesa sarebbe pari al costo necessario per costruire ex novo la stessa caserma. In realtà l’uso di sistemi di videosorveglianza è così diffuso da lasciare perplessi. Perché si preferisce spendere di più in tecnologia e investire di meno nella sicurezza ordinaria, dando più denaro a carabinieri e polizia? Forse anche perché fra non molto carabinieri e polizia saranno sostituiti dalla "polizia europea"? Dalle banche alle gelaterie, dai supermercati alle autostrade, dai parchi (vedi i bellissimi giardini dell’Eur a Roma) alle tabaccherie, gli Italiani accettano di farsi controllare ovunque. Il successo televisivo di trasmissioni come il “Grande Fratello” o “L’isola dei famosi” ne hanno fatto addirittura un costume sociale. Ma se il cinema rappresenta la realtà, attribuendovi un senso che può essere vitale, al contrario le telecamere disposte ovunque, nel riprendere il vissuto quotidiano lo svuotano di senso rendendolo “morto”. Il senso di morte che percepiamo ogniqualvolta osserviamo le sequenze di una rapina in banca o a un supermercato nasce da quella paura profonda. La onnipresenza delle telecamere assume cioè una doppia valenza sul piano dei significati. Se da un lato l’essere ripresi rassicura, facendo credere all’individuo di “esistere”, dall’altro determina inquietudine: chi non ha mai pensato di poter essere controllato da qualcuno che non si vede e con quali fini? Antica reminiscenza dell’insegnamento: Dio ti vede.
Ma siamo anche convinti, in un contesto in cui la religione non aiuta più a superare l’idea della morte, che l’interruzione fotografica del tempo possa salvarci. Si esiste solo attraverso l’immagine, non importa se fotografica o televisiva. La psicosi di gruppo consiste proprio in questo: che una determinata realtà (la criminalità diffusa = minaccia di morte) possa cambiare allucinatoriamente grazie a un qualcosa di potente, in questo caso le telecamere disposte ovunque. Per smentire qualsiasi certezza sulla riuscita tecnica dell’uso delle videocamere, solo il 40% delle riprese di rapine in banca permette di risalire ai colpevoli. Resta la domanda: che farsene allora di tutto questo, se serve molto meno di quanto dovrebbe? Non è importante che le telecamere “funzionino”, ma è importante che il Potere faccia sapere ai cittadini che è lì per controllarli. Esiste la possibilità che vi sia un’unica volontà dietro l’installazione di questi sistemi. I veri criminali da perseguire “siamo noi”. Questa sottintesa ma evidente azione “preventiva” su tutti, non solo sui criminali, è il vero obiettivo. Si è a un passo dal perseguire il crimine che potrebbe essere commesso e non l’azione compiuta, perché “prevenire” per “rieducare” è meglio che stabilire a fatti avvenuti. In realtà è l’aver ridotto l’Uomo, la sua umanità, alla sola condizione di semplice organismo vivente la prova di una patologia di gruppo. Il controllo ossessivo e costante su ogni individuo ne annulla qualsiasi altra dimensione perché ne considera solo la “corporeità”. La ricchezza del pensiero non conta più nulla. Anche l’ideologia comunista, nell’affermare che l’uomo esiste solo in virtù di una combinazione fra principi economici e istinti primordiali riduce sotto tutti gli aspetti il suo potenziale esistenziale: da quello della capacità di differenziazione a quello della creatività.
Le banche che stanno dietro la BCE ( Banca centrale europea), ben nascoste dietro l’inviolabile facciata dell’unione europea, detengono il controllo delle aziende produttrici di sistemi elettronici di sicurezza. Sono gli stessi che attraverso migliaia di telecamere quotidianamente ci riprendono, ci sorvegliano, pronti a denunciare come negativo qualsiasi nostro comportamento. Siamo oggetti di odio. Non resta che fare due più due uguale quattro e aspettare che l’unione europea, temibile occhio vendicativo di Dio, istituisca, in nome dell’odio, il “Ministero dell’Amore” descritto in modo davvero profetico da George Orwell nel suo “1984”. Qui i “psicocriminali”, ossia i criminali potenziali, una volta catturati, vengono torturati e privati di qualsiasi umanità prima di essere “vaporizzati”. Possiamo chiederci ancora una volta che differenza vi sia fra l’essere sradicati dalla nostra umanità e l’essere “vaporizzati”, sapendo però che è solo questione di tempo: ci convinceremo, anzi, forse ci stiamo già convincendo, che due-più-due è uguale a cinque, proprio in questo attimo che stiamo vivendo, in Italia e in Europa, prima che il nostro mondo venga del tutto invaso e soppresso.
Di Raffaello Volpe www.italianiliberi.it
giovedì 16 ottobre 2008
LA FACCIA NASCOSTA DELLA GLOBALIZZAZIONE
di ADRIAN SALBUCHI
“Coloro che non imparano dagli errori del passato sono condannati a riviverli” George Santayana
Nella situazione attuale, la Globalizzazione può essere definita un’ideologia che identifica le Nazioni-Stato sovrane come il nemico numero uno, principalmente poiché la funzione più importante dello Stato è (o dovrebbe essere) garantire la priorità degli interessi dei Molti - vale a dire, “il Popolo” - sugli interessi dei Pochi. Di conseguenza le forze globalizzatrici cercano di indebolire, dissolvere ed eventualmente distruggere le fondamenta principali della Nazione-Stato che la rendono essenzialmente un’istituzione sociale, per poi rimpiazzarle a livello mondiale con delle strutture sovrannazionali che si occupano di gestire la sfera sociale, politica, economica, finanziaria e militare. Tali strutture collimano in tutto e per tutto con gli obiettivi politici e gli interessi economici di pochi gruppi ed organizzazioni altamente concentrate e potenti che, attualmente, guidano il processo di globalizzazione in una direzione ben precisa.
Questi gruppi di potere sono costituiti da interessi privati che sono riusciti ad ottenere un qualcosa senza precedenti nella storia dell’umanità: un qualcosa che potremmo descrivere come privatizzazione del potere su scala globale.
A dire il vero la parola “Globalizzazione” non è altro che un eufemismo usato per descrivere ciò che ex presidenti statunitensi come Woodrow Wilson, Franklin D. Roosevelt, Harry S. Truman e George H.W. Bush - in periodi diversi della storia moderna - definivano come “Nuovo Ordine Mondiale”.
“Un Nuovo Ordine Mondiale!” Quando il presidente George Bush senior usò imperturbabilmente quel termine in un discorso fatto l’11 settembre 1991, l’Establishment si mosse per evitare il ripetersi di tale situazione e coniò una nuova idea, dall’aspetto più neutro ed inoffensivo: “Globalizzazione”, che, nonostante tutto, mantiene ancora oggi un unico significato: Imperialismo anglo-israelo-americano a livello planetario.
O per lo meno questo è il modo in cui oggi, in Argentina e nella nostra regione, sempre più persone vedono le cose.
Chi sono loro? Cosa vogliono?
Il processo appena descritto non è per nulla anonimo né tantomeno segreto; infatti i gruppi di potere che promuovono e guidano il Nuovo Ordine Mondiale lo stanno facendo alla luce del sole: corporation multinazionali (ad esempio le 500 elencate da Fortune Global che controllano l’80% delle attività economiche statunitensi), l’infrastruttura finanziaria globale (banche, fondi d’investimento, borse, operatori dei mercati delle materie prime), i monopoli dei media, la principali Università della Ivy League, le organizzazioni multilaterali internazionali (ad esempio, la Banca Mondiale, il Fondo Monetario Internazionale, l’Inter-American Development Bank, la Banca per i Regolamenti Internazionali, le Nazioni Unite, e la World Trade Organization) e soprattutto le persone che occupano i posti governativi chiave negli USA, in Israele, nel Regno Unito e nelle altre nazioni industrializzate. Senza alcun dubbio non ci troviamo di fronte a un qualcosa che può essere semplicemente etichettato come “teoria cospiratoria”.
Ciò che percepiamo sono gli annessi e i connessi della logica con cui il Potere è stato costruito e viene gestito; non è invece immediatamente visibile il fatto che tutti questi attori della “Ruota del Potere Globale” hanno una cosa in comune: i loro manager, finanzieri, banchieri, funzionari, accademici, strateghi e portatori di interessi appartengono tutti alla stessa rete ingarbugliata di organizzazioni e lobby, una rete che manovra le leve del potere mondiale sull’attuale strada verso la distruzione.
Il ruolo di alcuni tra questi gruppi chiave, che a dire il vero dovrebbero essere definiti centri di pianificazione geopolitica, è di vitale importanza: Consiglio per le Relazioni Estere (Council on Foreign Relations, CFR), Commissione Trilaterale (Trilateral Commission, TC), Istituto Reale degli Affari Internazionali (Royal Institute of International Affaire, RIIA), Brooking Institution, RAND Corporation, American Enterprise Institute (AEI), American Israeli Political Action Committee, AIPAC e il Centro per gli Studi Strategici e Internazionali (Center for Strategic & International Studies, CSIS).
Una prospettiva storica
Per riuscire a comprendere il mondo di oggi occorre voltarsi ad osservare il mondo di ieri e analizzare come si è giunti all’attuale situazione. Era il 1919 quando un piccolo gruppo di influenti banchieri, avvocati, politici e accademici, impegnati nei negoziati di pace a Parigi tra gli Alleati e le nazioni sconfitte nella Prima Guerra Mondiale, si incontrarono all’Hotel Majestic e raggiunsero un accordo eccezionale: decisero di creare una rete di “think tanks”, una sorta di club o loggia esclusiva, grazie alla quale avrebbero disegnato il tipo di “Nuovo Ordine Mondiale” adatto per soddisfare gli obiettivi e gli interessi imperialisti globali dell’Alleanza Anglo-Statunitense.
A Londra questa organizzazione assunse il nome di Istituto Reale degli Affari Internazionali (Royal Institute of International Affaire, RIIA) mentre negli USA era conosciuta come Consiglio per le Relazioni Estere (Council on Foreign Relations, CFR) con sede a New York City. Entrambe avevano come inequivocabile marchio di fabbrica la strategia di voler imporre gradualmente un ordine politico socialista (apparentemente “democratico” ma in realtà sempre più autoritario) come strumento di controllo della popolazione. All’epoca questo progetto era promosso da coperture massoniche quali la Fabian Society, finanziata dal Gruppo della Tavola Rotonda (Round Table Group) creata, controllata e foraggiata dal magnate sudafricano Cecil Rhodes, dalla dinastia finanziaria dei Rothschilds, da diverse Logge Massoniche britanniche nonché dalla Corona.
Inizialmente Council of Foreign Relations (CFR) ottenne sostegno dalle più influenti, ricche e potenti famiglie degli Stati Uniti: ad esempio i Rockfeller, Mellon, Harriman, Morgan, Schiff, Kahn, Warburg, Loeb e Carnegie (in particolar modo i Carnegie crearono una loro organizzazione nel 1910: the Carnagie Endowment for International Peace).
Una delle prime misure adottate da Council of Foreign Relations (d’ora in poi indicato con la sigla CFR) per manifestare ed estendere la propria influenza sulle diverse elite fu la pubblicazione di un giornale che rimane tuttora, a livello mondiale, la migliore cassa di risonanza per la geopolitica e la scienza politica: Foreign Affairs. Tra i primi direttori del CFR c’era Allan Welsh Dulles, una figura chiave dell’intelligence statunitense che avrebbe poi consolidato la struttura investigativa della CIA per giungere infine all’Agenzia Nazionale per la Sicurezza (NSA), il giornalista Walter Lippmann, direttore e fondatore di The New Republic, un’armata di avvocati della multinazionale J.P. Morgan e i banchieri Otto H. Kahn e Paul Moritz Warburg[1], un emigrato tedesco benestante sbarcato negli States che ideò e promosse nel 1913 un progetto di legge alla base della creazione della Federal Reserve Bank, la banca centrale statunitense (essenzialmente privata) che da allora controlla la struttura finanziaria del nord America (e, di conseguenza, quella di buona parte del mondo). Nel 1945, alla fine della Seconda Guerra Mondiale, la Federal Reserve Bank venne integrata dal Fondo Monetario Internazionale e dalla Banca Mondiale, entrambe ideate, progettate e poi controllate da responsabili del CFR alla conferenza di Bretton Woods nel 1944.
Un altro membro nonché direttore del CFR fu Isaiah Bowman, geografo e presidente dell’American Geographical Society, leader del gruppo di esperti che, nel 1919, ridisegnarono la cartina dell’Europa Centrale dopo la Grande Guerra causando i seri disordini che avrebbero poi scatenato la Seconda Guerra Mondiale nel 1939. Furono due legali del CFR, Owen D. Young (presidente di General Electric) e Charles Dawes (importante avvocato di J.P. Morgan Bank), a ideare e promuovere il piano di ricostruzione post-bellico della Germania tramite i debiti imposti dal Trattato di Versailles. Furono i vertici della Federal Reserve (e membri del CFR) a generare le distorsioni monetarie che portarono alla crisi finanziaria del 1929 e alla Depressione. Furono i direttori del CFR, grazie ai mass-media da loro controllati (ad esempio i network radiofonici NBC, ABC, CBS e giornali come Washington Post, Wall Street Journal, Chicago Tribune e New York Times) a fare pressioni sull’opinione pubblica affinché gli USA interrompessero la propria politica isolazionista per portare la nazione in un’altra guerra europea, fortemente desiderata fin dai primi anni ‘30.
La Seconda Guerra Mondiale
Agli albori della terribile guerra che sconvolse l’Europa ed a cui gli USA parteciparono ufficialmente solo nel 1941, i membri del CFR istituirono il Gruppo per gli Studi su Guerra e Pace che divenne poi parte del Dipartimento di Stato delineandone le politiche estere verso Germania, Italia, Giappone e i loro alleati. In seguito cominciarono a prepararsi per un altro “Nuovo Ordine Mondiale” post-bellico da attuare dopo la prevedibile vittoria degli Alleati; in questo modo il CFR mise le basi per la nascita delle Nazioni Unite con lo scopo di controllare la politica mondiale e l’egemonia statunitense nell’Era Nucleare, nonché agenzie economiche fondamentali come il Fondo Monetario Internazionale e la Banca Mondiale attraverso Alger Hiss, John J. McCloy, W. Averell Harriman, Harry Dexter White, Henry Kissinger ed altri membri.
Una volta finita la guerra, il presidente degli USA Harry S. Truman istituì una dottrina di vasta portata per la sicurezza nazionale basata sul “contenimento” dell’espansionismo sovietico, anch’essa proposta da un altro membro del CFR, l’allora ambasciatore a Mosca George Kennan [2]; Kennan illustrò la sua idea in un importante articolo pubblicato su Foreign Affairs nel 1947 e firmato con lo pseudonimo “X”. Il cosiddetto “Piano Marshall” fu ideato in modo del tutto analogo da una task force appartenente al CFR per poi essere implementato da W. Averell Harriman [3] ed in seguito presentato al mondo da Geroge C. Marshall, generale dell’esercito americano.
Le Strutture del Potere Elitario
Sebbene l’opinione pubblica sappia poco a riguardo, il CFR è molto potente e la sua sfera d’influenza è cresciuta (assieme al suo prestigio e alle sue attività) così tanto da poter tranquillamente definirlo la vera “Mente Organizzativa del Pianeta” che controlla direttamente ed in modo silenzioso l’andamento di molti settori complessi e altamente instabili, quali quello sociale, politico, finanziario, militare ed economico, in tutto il mondo. Non ci sono popoli, regioni o aspetti della vita umana che possano sottrarsi alla sfera d’influenza del CFR. Ma la cosa davvero particolare è come questa organizzazione sia stata in grado di rimanere nascosta “dietro le quinte”, il che la rende incredibilmente potente ed elusiva persino nei confronti dell’opinione pubblica statunitense.
Oggi il CFR è un’organizzazione prudente che può vantare, tra i propri 4500 membri, i migliori e più brillanti cervelli che operano assieme a potenti individui in grado di esercitare una pesante influenza nelle loro rispettive professioni, corporations, istituzioni e ambienti sociali o governativi. In questo modo il CFR riunisce alti funzionari di istituzioni finanziarie, giganti industriali, mass media, organismi di ricerca, università, organizzazioni militari oltre a leader politici, rettori universitari e rappresentanti di sindacati. I loro obiettivi di fondo consistono nell’identificare e valutare un’ampia serie di fattori politici, economici, finanziari, sociali, culturali e militari in ogni possibile aspetto della vita pubblica e privata all’interno degli USA, delle nazioni alleate e nel resto del mondo. Oggi, grazie all’enorme potere concesso dagli Stati Uniti, le attività del CFR coprono praticamente l’intero pianeta.
Le attività di ricerca sono svolte da diverse task force e gruppi di studio, identificando Opportunità e Minacce, stabilendo Punti di Forza o di Debolezza, per poi pianificare delle strategie a lungo termine con lo scopo di promuovere i propri interessi a livello mondiale. Sebbene queste attività vengano condotte all’interno del CFR è importante comprendere che il loro enorme successo risiede nel fatto che il CFR non fa mai nulla a proprio nome, sono invece i propri membri ad assumersi individualmente le responsabilità; e lo fanno dalle loro posizioni formali di presidenti, amministratori delegati, direttori di multinazionali o da posti chiave in governi, università, forze armate e sindacati, senza mai minimamente citare il CFR come reale pianificatore e coordinatore.
Oggi, infatti, possiamo trovare membri del CFR in molti posti decisionali strategici; è sufficiente fare qualche nome: David Rockefeller, Henry Kissinger, Bill Clinton, Zbigniew Brzezinski, Samuel Huntington, Francis Fukuyama, Paul Wolfowitz, Colin Powell, Condoleeza Rice, Richard Perle, Robert Gates, James Baker III, Stephen Hadley, Douglas Feith, L. Paul Bremer III, John Bolton, John Negroponte, l’ex capo di stato Madeleine Albright, il finanziere internazionale George Soros, il giudice di corte Stephen Breyer, l’amministratore delegato di CBS Kaurence A. Tisch, l’ex amministratore delegato di General Electric Jack Welsh, il presidente di CNN W. Thomas Johnson, l’ex presidente di The Washington Post / Newsweek / International Herald Tribune Katerine Graham (ed oggi suo figlio), il vicepresidente USA ed ex segretario della difesa nonché amministratore delegato di Halliburton Dick Cheney, l’ex presidente George H.W. Bush, l’ex consulente per la sicurezza del presidente Clinton Samuel “Sandy” Berger, gli ex direttori della CIA John M. Deutch e George Tenet, l’ex governatore della Federal Reserve Bank Alan Greenspan e l’attuale Benjamin Shalom Bernanke, l’ex presidente della Banca Mondiale James D. Volfensohn, l’amministratore delegato di CS First Boston Bank ed ex governatore della Federal Reserve Paul Volcker, i giornalisti Mike Fallace, Barbara Walters, Wolf Blitzer, i top-manager di Citigroup John Reed, William Rhodes, Stanford Weill e Stanley Fischer (n.2 del Fondo Monetario Internazionale), gli economisti Jeffres Sachs e Lester Thurow,l’ex segretario del tesoro nonché amministratore delegato di Goldman Sachs nonché direttore di CitiGroup Robert E. Rubin, l’ex segretario di stato e “mediatore” durante la guerra delle Folkland/Maldive tra Argentina e Regno Unito Generale Alexander Haig, il “mediatore” nel conflitto dei Balcani Richard Holbrook, l’amministratore delegato di IBM Louis V. Gerstner, il senatore democratico George J. Mitchell, l’ex rappresentante repubblicano Newt Gingrich, il generale Brent Scowcroft e Kenneth Lay (membro della Commissione Trilaterale e amministratore delegato di Enron, recentemente deceduto). E questi sono solo alcuni tra i molti.
Tutti i presidenti delle prime 500 corporation della classifica pubblicata da Fortune sono membri del CFR e se sommassimo il valore di mercato di queste multinazionali otterremmo una cifra due volte più alta del prodotto interno lordo degli Stati Uniti; inoltre esse concentrano nelle mani di pochi una grossa parte del benessere e del potere nordamericano controllando tecnologie e risorse chiave in tutto il mondo; solo negli USA danno lavoro a 25 milioni di persone contribuendo all’80% del prodotto interno lordo. In pratica esercitano un potere gigantesco, in grado di influenzare gli USA e non solo.
Ecco dove risiede il segreto dell’enorme efficacia e potere del CFR: le sue decisioni e i suoi progetti vengono ideati e concordati in riunioni private, gruppi di studio, conferenze e task force. Ma quando giunge il momento di agire, questi piani vengono messi in atto dai singoli membri, ognuno grazie al proprio ruolo nelle organizzazioni più potenti, pubbliche o private. E si tratta di organizzazioni davvero potenti!
Ad esempio, in caso venga progettato un piano sul modo in cui la globalizzazione economica e finanziaria debba evolversi o su quali nazioni debbano godere di pace e prosperità e quali saranno violentate dalla guerra, invasioni e carestie, allora verrà coordinata l’azione di diverse personalità (come il presidente degli Stati Uniti, il segretario di stato, i ministri della difesa, del commercio e del tesoro, i direttori di CIA, NSA e FBI, i principali banchieri e finanzieri a livello mondiale, gli amministratori delegati delle più grandi multinazionali, i proprietari dei media, giornalisti, scrittori, ufficiali militari, accademici, i vertici del Fondo Monetario Internazionale, della Banca Mondiale e del WTO). Tutti questi attori agiranno in modo coordinato su un numero elevatissimo di attività ed in questo modo saranno in grado di mettere in atto azioni concrete, efficaci e pressoché irresistibili, sempre ed ovunque.
Ecco come tutto ciò ha funzionato per più di 80 anni.
Il Potere Reale ed il Potere Formale
Per capire come funziona davvero il mondo occorre prima di tutto comprendere la differenza tra Potere Formale e Potere Reale. Ciò che ogni giorno i media trasmettono pubblicamente tramite stampa, notiziari radiofonici o televisivi, sono essenzialmente i risultati concreti e visibili delle azioni compiute dalle strutture che detengono il Potere Formale, in particolare i governi nazionali e le società tecnologiche, finanziarie ed economiche. Al contrario, le leve del Potere Reale che influenzano gli avvenimenti sono molto meno visibili, ma sono esse che determinano cosa succederà nel mondo, quando succederà, dove succederà e chi sarà il protagonista.
Il Potere Formale opera a breve termine e a livello pubblico mentre il Potere Reale ha una struttura più a lungo periodo e praticamente non ha alcun profilo pubblico. Questa situazione è indicativa del fatto che le istituzioni della Nazione-Stato (la prima entità del Potere Formale) sono diventate subordinate agli interessi privati (cioè il Potere Reale, guidato dagli interessi economici).
E’ ragionevole affermare che, siccome gli Stati Uniti sono l’unica attuale superpotenza, questa struttura di potere globale (ciò che gli USA sono oggi) gestisce provvisoriamente un autentico Governo Mondiale dal proprio territorio e per mezzo delle proprie strutture politiche ed economiche. Tutto ciò non implica che la maggior parte della popolazione degli Stati Uniti faccia necessariamente parte di questo schema, e neppure che il popolo americano sia “nemico” di altri popoli (raramente il popolo di una nazione è “un nemico”, è piuttosto il suo establishment a diventare avverso a causa di un’eccessiva concentrazione di potere).
Stiamo dunque parlando di gruppi di potere che operano dall’interno degli Stati Uniti (così come dal Regno Unito, Germania, Giappone, Israele e, tramite propri agenti, anche in nazioni come Spagna, Argentina, Brasile e Korea), gruppi che non sono necessariamente riconducibili al popolo americano.
Per capire meglio la vera natura degli Stati Uniti, soprattutto per quanto riguarda la politica estera, occorre avere ben chiaro in mente che la “US Administration”, come giustamente chiamano il loro Governo (il Potere Formale) ha sede a Washington DC. Le strutture del Potere Reale sono invece situate per la maggior parte a New York City e in alcuni stati del New England. In altre parole, l’Amministrazione degli Stati Uniti viene fatta da Washington mentre la nazione viene effettivamente governata da New York.
Una volta afferrato questo concetto, tutte le altre cose vanno al loro posto proprio come in un puzzle. Inoltre, il vero Potere Reale a livello globale non risiede a New York City ma, più probabilmente, a Londra… La comprensione di questo complesso e sottile processo svuota automaticamente di significato l’identificazione semplicistica di “nemico” degli USA o dell’Inghilterra o di ogni altro popolo. In periodi di grandi disordini è proprio il popolo statunitense ad essere la vittima di questo gioco, basti pensare ai caduti in Vietnam, Afghanistan, Iraq e al World Trade Center. Nonostante tutto, il fatto che la maggior parte delle persone negli USA ignori questa situazione non le rende meno responsabili per le strategie genocide perpetrate dalle strutture di potere del Nuovo Ordine Mondiale operanti dal territorio nord-americano nei confronti del resto del pianeta, tramite l’impiego e l’abuso della potenza militare ed economica degli Stati Uniti.
E’ facilmente intuibile che le cose debbano andare così: basta considerare che per l’esercizio del Potere Reale sono necessarie una serie di regole e condizioni, come ad esempio una continuità operativa di diversi decenni per raggiungere degli scopi a lungo termine e per portare avanti strategie a livello globale che coinvolgano i paesi e le loro risorse. Tutto ciò richiede una progettazione a lungo termine: venti, trenta o anche cinquant’anni.
Ironicamente le elite di potere che stanno dietro al Nuovo Ordine Mondiale sanno benissimo che la minaccia più grande alla continuità politica ed alla consistenza di queste strategie globali a lungo termine è data dall’obbligo di dover sottostare ad un processo democratico che impone ai propri leader un profilo pubblico, costringendoli (in teoria) a prestare attenzione alla “voce del Popolo” per ogni decisione, senza contare l’alternanza politica che tutti i processi elettorali democratici comportano.
E’ sicuramente molto meglio poter operare con la massima discrezione, all’interno del CFR (che può essere definito un club di gentlemen) dove uomini e donne potenti ed influenti possono essere funzionari, direttori, presidenti per decenni senza dover rendere conto a nessuno se non ai loro parigrado. In questo modo 4500 individui possono esercitare un’incredibile influenza politica, economica, finanziaria e mediatica su svariate centinaia di milioni di persone in tutto il mondo.
Non c’è bisogno di dire che uno dei compiti principale dei monopoli dei media globalilzzati è di imporre una “correttezza politica”, normalmente espressa attraverso un “Sistema Bi-Partitico” - Democratici e Repubblicani negli USA, Laburisti e Conservatori nel Regno Unito, CDU e SPD in Germania, Radicali e Giustizialisti in Argentina - in cui entrambe le fazioni non sono che mere variazioni della stessa dottrina politica. Le stabili democrazie occidentali si sono tutte conformate a ciò che, in pratica, può essere definito, un Sistema Mono-Partitico con fazioni interne solo leggermente contrastanti. Le persone pensano di avere la possibilità di “scegliere” ma in realtà non c’è alcuna “opzione”: è come “scegliere” tra Coca-Cola e Pepsi-Cola, non importa ciò che ti vogliono far credere, la verità è che sono fondamentalmente la stessa cosa.
Stiamo descrivendo solo il nucleo di una autentica rete di persone potenti, dobbiamo infatti considerare che il CFR è a sua volta supportato da una miriade di organizzazioni simili sia all’interno che all’esterno degli Stati Uniti.
Tutte queste organizzazione riuniscono le persone più intelligenti, preparate, creative ed ambiziose nei più svariati settori e discipline; vengono remunerati molto bene - economicamente e socialmente - a patto che si allineino chiaramente e senza compromessi ai principali obiettivi politici del CFR, vale a dire niente di meno che: la creazione di un Governo Mondiale Privato, la sistematica erosione delle strutture delle Nazioni-Stato sovrane (sebbene ovviamente non tutte allo stesso modo, con la stessa velocità e allo stesso tempo), la standardizzazione (verso il basso) dei valori culturali e delle norme sociali, la diffusione di un sistema finanziario globalizzato basato su speculazione ed usura, la gestione di un Sistema di Guerra Globale per mantenere la necessaria coesione sociale delle masse per mezzo di una permanente persuasione a schierarsi contro reali o presunti nemici della “democrazia”, “diritti umani”, “libertà” e “pace”; in poche parole, contro il “terrorismo”.
Dal 2003 abbiamo potuto constatare da vicino come le inesistenti “Armi di Distruzione di Massa” irakene erano in realtà nulla più di Armi di DISTRAZIONE di Massa, causando enorme sofferenza, dolore, e privazioni a parecchi milioni di persone. Le invasioni di Irak e Afghanistan sono solo due esempi del “bipensiero” nella “Neolingua” (v. 1984, George Orwell) grazie ai quali l’intero sistema si sviluppa vigorosamente.
Per capire meglio il mondo di oggi c’è bisogno di leggere e valutare cosa il CFR, o meglio i suoi membri, dice e promuove; molte delle sue attività non sono, per quanto discrete, completamente nascoste. Qualsiasi persona che decida di visitare il quartier generale del CFR a Park Avenue e a 68th Street a New York City può facilmente ottenere qualsiasi tipo di informazione e persino una copia omaggio del loro ultimo resoconto annuale che descrive le principali attività dell’organizzazione e una lista dei 4.500 membri ordinata alfabeticamente (io stess0 ci sono stat0 molte volte negli ultimi anni). Tutte le informazioni riguardanti queste organizzazioni sono disponibili a chiunque le voglia vedere. Sta poi a ciascuno di noi incrociare tutti i dati sui membri del CFR con ciò che poi fanno nelle loro attività professionali, aziendali, accademiche e governative.
Occorre anche guardare indietro alla storia moderna e valutare l’eccezionale influenza che il CFR ha avuto per tutto il Ventesimo secolo, sia in proprio che assieme ad altre organizzazioni affini. Ha dato il via oppure influenzato ideologie, eventi pubblici, guerre, alleanze militari, crimini politici, azioni di spionaggio, guerre psicologiche di massa, crisi economiche e finanziarie, promozione e distruzione di personalità politiche ed economiche, ed altri eventi chiave, alcuni dei quali ovviamente non potranno mai essere ammessi e confessati. Eventi che, comunque, hanno influenzato il corso della storia nei tempi moderni.
La tattica usata è quella di tenerci troppo occupati e renderci spettatori incantati e passivi di fronte a questo vortice di eventi che sconvolge il mondo ogni giorno, garantendo che a quasi nessuno venga in mente di cercare altrove delle spiegazioni plausibili per le gravi crisi di oggi. In questo modo riusciremmo ad identificare, non tanto gli abominevoli risultati di queste azioni politiche, ma piuttosto i reali ideatori, organizzatori ed i loro scopi.
Per far sì che questa gigantesca guerra psicologica di massa (perché si tratta proprio di ciò) abbia successo, i mass media hanno un ruolo vitale e che non deve essere sottovalutato, in quanto essi sono gli strumenti il cui scopo è di minare e neutralizzare il pensiero indipendente tra la popolazione del mondo. Questo è il compito chiave dei mass media globali, come ad esempio CNN, CBS, NBC, The New York Times, The Daily Telegraph, Le Figaró, FoxNews, The Economist, The Wall Street Journal, Corriere della Sera, Le Monde, Washington Post, Time, Newsweek, US News & World Report, Business Week, Reuters e i loro corrispettivi nei diversi paesi. E tutti questi sono controllati da persone appartenenti al CFR e/o a organizzazioni affiliate, negli USA o altrove.
L’aspetto maggiormente negativo di questa situazione, tralasciando le enormi tensioni, le guerre, la violenza e la distruzione create, è che il Nuovo Ordine Mondiale non funziona assolutamente. Non puoi costruire un impero mondiale basato esclusivamente su miliardi di dollari, bombardiere B1, caccia F16, missili Tomahawk, CNN, il tutto coperto da volgari bugie ed ipocrisia. Nel corso della storia, Roma, Francia, Spagna e anche Gran Bretagna sapevano perfettamente che solo valori culturali profondi possono consolidare un vero impero in grado di durare anche dopo la fine del potere coloniale, com’è successo fino ai giorni recenti in Sud America dove le influenze spagnole, portoghesi (e britanniche) sono onnipresenti. Questi importantissimi fattori culturali sembrano invece mancare del tutto negli Stati Uniti, tanto da essere descritti dall’ex premier francese George Clemenceau come “quel complicato processo politico e sociale che passa dalle barbarie alla civiltà senza attraversare il necessario stadio di cultura…”
Implicazioni per l’Argentina e per la nostra Regione
In questo contesto possiamo affermare che i media locali in Argentina, il nostro sistema educativo, ed i principali politici sono tendenzialmente allineati al Nuovo Ordine Mondiale, indipendentemente dal fatto che ne siano consci o meno. Sotto questo punto di vista il Sistema di Dominazione ha tre obiettivi principali:
1. Nascondere all’opinione pubblica come funziona davvero il mondo, sapendo che se non siamo in grado comprendere correttamente e diagnosticare la fonte dei nostri problemi e delle nostre debolezze, difficilmente riusciremo a trovare le soluzioni adatte. Siamo così fuorviati a credere di essere in un periodo di “pace” quando invece è più di mezzo secolo che è in corso una guerra sul fronte politico, economico, finanziario, mediatico, educativo, tecnologico e ambientale contro l’Argentina. Si tratto innanzitutto di una Guerra Psicologica.
2. Per convincerci che, sebbene siamo in una situazione difficile, “le cose miglioreranno” se sottoscriveremo un nuovo “accordo” con i banchieri e gli speculatori internazionali, se privatizzeremo altre attività statali, se riformeremo il nostro governo federale o provinciale secondo il desiderio della Banca Mondiale, se cambieremo la legislazione sociale ed educativa e se faremo tutto il necessario affinché gli “investitori internazionali” ci sorridano. La verità è che affermare di essere in una “situazione difficile” è assurdo: l’Argentina è un malato terminale e se non ci svegliamo, tra qualche anno (al massimo una decina) cesseremo di essere una nazione unita. L’Argentina ha solo due opzioni: o accettiamo di convivere con i problemi e le crisi attuali senza fare nulla per risolverli cercando solamente di limitarne al meglio le conseguenze, oppure possiamo affrontarli e cercare di fare qualcosa. Naturalmente la seconda opzione è più complicata e carica di rischi. Negli ultimi 30 anni i nostri governi hanno tutti scelto di convivere con questi problemi portandoci all’attuale situazione.
3. Farci credere che, ci piaccia o no, non c’è nessuna possibilità di fermare la “globalizzazione”. La verità invece è che ci sono innumerevoli azioni da intraprendere per neutralizzare gli effetti avversi della globalizzazione ma tutte richiedono il recupero delle istituzioni sovrane dello Stato-Nazione, in modo che possano svolgere le loro fondamentali funzioni di:
- affrontare i conflitti che coinvolgono le diverse forze sociali interne (vale a dire, promuovere il Bene Comune),
- prevedere le possibili minacce e opportunità, sia nazionali che sovrannazionali (ad esempio, difendere gli Interessi Nazionali),
- guidare la Nazione in una politica orientata alla difesa dei propri interessi nazionali (guidare il paese verso il proprio Destino).
Queste funzioni richiedono l’esistenza di una Nazione-Stato sovrana, caratteristica che oggi l’Argentina non ha più. Siamo diventati una colonia perciò dobbiamo prima di tutto promuovere un’autentica Seconda Dichiarazione d’Indipendenza con lo scopo di fondare una Seconda Repubblica Argentina. Le implicazioni e le aspirazioni di un atto così rivoluzionario sarebbero davvero importanti per la nostra regione.
Inoltre - anche se questo va oltre le intenzioni di questo breve articolo - l’infrastruttura finanziaria globale è sull’orlo di ciò che può essere descritto solo come un collasso controllato su scala mondiale, una situazione che il CFR ha pianificato con estrema attenzione, attraverso diversi progetti tra cui i cosiddetti Progetto per le Vulnerabilità Finanziarie e la Nuova Architettura Finanziaria Internazionale. Quando questo scenario diventerà realtà ci saranno nuove e inimmaginabili opportunità per l’Argentina e la nostra regione.
Man mano che prendiamo coscienza di questa realtà, anche la strada che dobbiamo percorrere diventa sempre più chiara. A dire il vero le cose non appaiono così complicate come pensavamo una volta; fondamentalmente il segreto sta nel pensare con le nostre teste e non con quelle dei nostri avversari, cominciare ad imporre e difendere il nostro Interesse Nazionale (il che implica una personale conoscenza dei fatti che avvengono nel mondo, gli interessi e le forze in gioco) e prendere delle contromisure intelligenti che rispondano alle nostre necessità, alle reali possibilità ed alle nostre paure. Da questo punto di vista partiamo avvantaggiati poiché non siamo costretti a “reinventare la ruota”: il CFR ci può fornire un tracciato brillante e vincente da cui prendere spunto in diversi campi, dalla pianificazione in campo economico, finanziario, politico e sociale, alla gestione del potere nazionale. Perché non imparare da loro? Perché non formare nostri gruppi di lavoro unendo simili interessi in ambito locale e regionale, con persone esperte in diversi campi? Perché non iniziare a lavorare per promuovere gli Interessi Nazionali dell’Argentina e dei suoi vicini, in modo da recuperare la sovranità e auto-determinazione dei nostri popoli in un modo più coerente senza curarsi di ciò che i grossi poteri mondiali cercano di imporci?
Ma per agire in questo modo dobbiamo prima capire cosa è in realtà la globalizzazione: una catena di minacce immensamente ampia che dobbiamo cercare di evitare ed una serie di opportunità di cui approfittare. Occorre essere in grado di comprendere, per ogni situazione che ha un impatto potenziale sulle nostre vite, quali sono le nostre forze e debolezze relative, per riuscire ad affrontare queste sfide in modo vincente; se non oggi, sicuramente nel prossimo futuro. Tutto ciò richiede progettualità a medio e a lungo termine, capacità di essere sempre un passo avanti all’Avversario, guadagnare e mantenere un margine di vantaggio sugli eventi prossimi.
Non c’è dubbio che un comportamento di questo tipo ci porterà a ideare politiche adeguate ai nostri Interessi Nazionali che, in molte occasioni, sicuramente non coincideranno con quelli dei grossi gruppi di potere odierni. A questo scopo dovremo lavorare fianco a fianco con nazioni ed organizzazioni in America Centrale e Meridionale, Africa, Asia ed Europa, con cui condividiamo l’obiettivo comune di neutralizzare gli effetti negativi del dominio imperiale globale. Significa che dovremo fondare una Nuova Argentina. Abbiamo già molti degli strumenti necessari a portata di mano: abbiamo milioni di compatrioti pronti ad accettare la sfida se spieghiamo loro chiaramente e con forza qual è la posta in gioco; e ce ne sono altri milioni al di là dei nostri confini con cui lavorare per questa Causa comune.
In breve, occorre capire che in politica ci sono due tipi di persone: i soggetti attivi nell’arena politica e chi invece si limita ad assistere passivamente. Il Consiglio per le Relazioni Estere (Council on Foreign Relations) è chiaramente un soggetto attivo nella vita politica globale: non è ora di cominciare a fare lo stesso anche nel nostro Paese?
Adrian Salbuchi è ricercatore, scrittore e relatore; è conduttore del talk show “El Traductor Radial” a Buenos Aires e fondatore del Movimento per la Seconda Repubblica Argentina (”Moviemiento por la Segunda Republica Argentina”) www.eltraductorradial.com.ar . E’ l’autore di “El Cerebro Del Mundo: la cara oculta de la Globalizacion” e “Bienvenidos a la Jungla: Dominio y Supervivencia en el Nuevo Orden Mundial”.
salbuchi@fibertel.com.ar - www.eltraductorradial.com.ar - www.m2ra.com
martedì 5 agosto 2008
GOVERNO MONDIALE...E GUERRA GLOBALE
Nel 1773, Amschel Mayer Rothschild, nel corso della presentazione del suo piano per un Governo Mondiale ad un gruppo di finanzieri ebrei, al 16° punto del programma, relativo all'infiltrazione della Massoneria, disse che: "il loro scopo era quello di sfruttare i vantaggi che offriva il segreto massonico. Egli affermò che essi potevano organizzare le loro Logge del "Grande Oriente", all'interno della Mas-soneria Azzurra, in modo da continuare le loro attività sovversive e nascondere la vera natura del loro lavoro...tutti i mèmbri affiliati alle Logge del Grande Oriente dovevano essere usati per il proselitismo e per la diffusione della loro ideologia ateo-materialistica tra i Goyim..." e incaricò Adam Weishaupt di fondare l'Ordine degli Illuminati di Baviera.
Guy Carr, in un suo libro, scrive che "nel 1776, Weishaupt organizzò gli Illuminati per mettere in esecuzione il complotto. Con la menzogna che l'obiettivo era di portare ad un Unico Governo e di abilitare uomini di provata capacità mentale a governare il mondo, reclutò duemila seguaci. Questi comprendevano gli uomini più intelligenti nel campo delle arti e delle lettere, istruzione, scienza, finanza e industria. Egli, poi, fondò, Logge del "Grande Oriente" quali loro sedi segrete."
Scoperta la cospirazione degli Illuminati, il Governo Bavarese ordinò alla polizia di fare irruzione nelle Logge del "Grande Oriente" costituite di recente da Weishaupt. Altri particolari ottenuti, convinsero le autorità che i documenti erano una copia originale di una cospirazione con la quale la sinagoga di satana, che controllava gli Illuminati ai vertici, intendeva usare guerre e rivoluzioni per portare a termine la creazione di un Governo Mondiale. Nel 1785, il Governo Bavarese bandi gli Illuminati e chiuse le Logge del Grande Oriente. Gli Illuminati si riorganizzarono, e Weishaupt istruì i suoi seguaci di infiltrarsi nelle Logge della Massoneria Azzurra e di formare una società segreta all'interno delle altre società segrete.
Nel 1829, gli Illuminati s'incontrarono a New York, l' oratore fu un loro membro britannico di nome Wright. I partecipanti furono informati che gli Illuminati intendevano riunire i gruppi dei nichilisti e degli atei con le altre organizzazioni sovversive in un'unica organizzazione internazionale chiamata. Questa forza distruttrice doveva essere usata per rendere possibile agli Illuminati di fomentare future guerre e rivoluzioni.
Clinton Rooseveit (un antenato diretto di F.D. Rooseveit), Horace Greeley e Chas Dana crearono un Comitato. Nel 1834, l'italiano Giuseppe Mazzini fu selezionato dagli Illuminati per dirigere il loro programma rivoluzionario mondiale, incarico che egli mantenne fino alla morte.
Nel 1840, il generale Albert Pike fu posto sotto l'influenza di Mazzini e tra il 1859 e il 1871 Pike e Mazzini elaborano un piano di rivoluzioni e di tré guerre mondiali che avrebbe portato la congiura degli Illuminati al suo stadio finale, alla fine del XX° secolo.
Quando Mazzini mori, nel 1872, Pike lo sostituì col suo braccio destro, Adriano Lemmi, Gran Maestro delle Logge del "Grande Oriente" d'Italia. Nel 1925, Sua Eminenza Cardinal Caro y Rodriguez, arcivescovo di Santiago, Chile, pubblicò un libro "II mistero svelato della massoneria", per esporre come gli Illuminati, i satanisti e i luciferiani avessero imposto il loro controllo sulle società segrete. L'enorme quantità di documentazione che egli produsse servì a provare che neppure al 32° e al 33° grado del Rito Scozzese Antico e Accettato i massoni conoscevano i veri segreti delle Logge del "Grande Oriente" e di quelle del "Rito Palladico" di Giuseppe Mazzini e di Albert Pike.
Mazzini tratteneva una fitta corrispondenza col Pike, ma le lettere più interessanti di questa corrispondenza sono due: quella che Mazzini inviò a Pike il 22 gennaio 1870 e quella di Pike a Mazzini datata 15 agosto 1871.
Questa corrispondenza si trova depositata negli archivi di Temple House, la sede del Rito Scozzese di Washington, ma la consultazione è vietata al pubblico. Nonostante ciò siamo venuti a conoscenza del contenuto, grazie a un ufficiale di marina canadese, William Guy Carr, presente in veste di consulente per gli Stati Uniti alla Conferenza di San Francisco del 26 giugno 1945; egli potè prenderne conoscenza e pubblicarne un riassunto nel libro Pawns in thè Game.
Il documento è sicuramente profetico e precorritore della triade "crisi-guerra-rivoluzione", che ha tormentato il XX secolo.
Dal libro di Guy Carr possiamo leggere passi veramente interessanti:
"La prima Guerra Mondiale doveva essere combattuta per consentire agli "Illuminati" di abbattere il potere degli zar in Russia e trasformare questo paese nella fortezza del comunismo ateo. Le divergenze suscitate dagli agenti degli "Illuminati" fra Impero britannico e tedesco furono usate per fomentare questa guerra. Dopo che la guerra ebbe fine si doveva edificare il comunismo e utilizzarlo per distruggere altri governi e indebolire le religioni.
La Seconda Guerra Mondiale doveva essere fomentata approfittando della differenza fra fascisti e sionisti politici. La guerra doveva essere combattuta in modo da distruggere il nazismo e aumentare il potere del sionismo politico, onde consentire lo stabilimento in Palestina dello stato sovrano d'Israele. Durante la Seconda Guerra Mondiale si doveva costituire un'Internazionale comunista altrettanto forte dell'intera Cristianità. A questo punto quest'ultima doveva essere contenuta e tenuta sotto controllo fin quando richiesto per il cataclisma sociale finale.
La Terza Guerra Mondiale dovrà essere fomentata approfittando delle divergenze suscitate dagli agenti degli Illuminati fra sionismo politico e dirigenti del mondo islamico. La guerra dovrà essere orientata in modo che Islam (mondo arabo e quello musulmano) e sionismo politico (incluso lo Stato d'Israele) si distruggano a vicenda, mentre nello stesso tempo le nazioni rimanenti, una volta di più divise e contrapposte fra loro, saranno in tal frangente forzate a combattersi fra loro fino al completo esaurimento fisico, mentale, spirituale ed economico.
Il 15 agosto 1871 Pike disse a Mazzini che alla fine della Terza Guerra Mondiale coloro che aspirano al Governo Mondiale provocheranno il più grande cataclisma sociale mai visto. Si citano qui le parole scritte dallo stesso Pike nella lettera che si dice catalogata presso la biblioteca del British Museum di Londra:
"Noi scateneremo i nichilisti e gli atei e provocheremo un cataclisma sociale formidabile che mostrerà chiaramente, in tutto il suo orrore, alle nazioni, l'effetto dell'ateismo assoluto, origine della barbarie e della sovversione sanguinaria. Allora ovunque i cittadini, obbligati a difendersi contro una minoranza mondiale di rivoluzionari, questi distruttori della civiltà, e la moltitudine disingannata dal cristianesimo, i cui adoratori saranno da quel momento privi di orientamento alla ricerca di un ideale, senza più sapere ove dirigere l'adorazione, riceveranno la vera luce attraverso la manifestazione universale della pura dottrina di Lucifero rivelata finalmente alla vista del pubblico, manifestazione alla quale seguirà la distruzione della Cristianità e dell'ateismo conquistati e schiacciati allo stesso tempo!"
"Quando Mazzini morì nel 1872 - prosegue ancora il Carr - nominò suo successore un altro capo rivoluzionario, Adriano Lemmi. A Lemmi più tardi sarebbero succeduti Lenin e Trotzkij. Le attività rivoluzionarie di tutti costoro vennero finanziate da banchieri inglesi, francesi, tedeschi e americani". Bisogna tener presente che i banchieri internazionali di oggi, al pari dei cambiavalute dei tempi di Cristo, sono solo strumenti e agenti degli Illuminati. Mentre al grande pubblico era lasciato credere che il Comunismo è un movimento di lavoratori per distruggere il Capitalismo, gli ufficiali dei Servizi di Informazione inglesi e americani erano in possesso di autentica evidenza documentaria comprovante che capitalisti internazionalisti operanti attraverso i loro istituti bancari avevano finanziato entrambe le parti in ogni guerra e rivoluzione combattute dal 1776".
lunedì 4 agosto 2008
ECONOMIA MONDIALE: QUALE FUTURO?
A un anno dall'inizio della crisi si va avanti più con stime dei suoi costi che con certezze. E stime precise sono impossibili, perché per l'immobiliare il crollo dei valori e i mutui in protesto continuano a generare perdite. Secondo Bridgewater Associates di Westport, Connecticut, possono arrivare altri 1.600 miliardi di dollari di perdite, a livello globale, metà dal corporate debt e metà dall'immobiliare, e non solo subprime
La Fed ha usato più di due terzi del portafoglio titoli di circa 800 miliardi di dollari per assicurare liquidità. La Bce è stata ancor più generosa, ma con una diversa politica. Il rischio inflazione è molto forte negli Usa. Sulla volata delle materie prime pesa l'anticipazione di inflazione Usa. Il bivio per Ben Bernanke (nella foto) è stretto: se alza i tassi peggiora la situazione dei mutui variabili, se li tiene sottozero (tassi reali) genera inflazione.
Il libero movimento dei capitali potrebbe essere a rischio. La crisi potrebbe spingere a un ritorno eccessivo alla regulation. Finché le politiche fiscali non faranno la loro parte lasciando a quelle monetarie la possibilità di combattere davvero l'inflazione, crescerà il rischio che si consolidi il sentimento protezionista. Le recessioni troppo lunghe non aiutano il libero scambio.
La crisi del credito costringerà le banche a svalutare le proprie attività (in gran parte titoli costruiti sui mutui per la casa e altri crediti), per altre centinaia di miliardi di dollari. L'eventuale fallimento di società come Fannie Mae (o semplicemente di banche d'affari e commerciali) innescherebbe un effetto domino incontrollabile.
La crisi del credito sarà acuita dal deterioramento del mercato immobiliare: calando i prezzi delle case e aumentando l'interesse sui mutui a tasso variabile, crescono le insolvenze delle famiglie. A sua volta diminuisce la capacità di spesa dei consumatori e la prospettiva di una recessione, finora evitata, potrebbe riaffacciarsi.
Il quadro si complica con un'inflazione in ascesa (al 5% negli Usa e oltre il 4% nell'area euro) a causa degli aumentati prezzi delle materie prime. Oltre alle conseguenze per l'economia e per i profitti aziendali, gli investitori pretendono un premio per i maggiori rischi. Questo in Borsa si traduce in quotazioni più basse e in un costo del denaro in crescita.
Da ilsole24ore.com
giovedì 31 luglio 2008
LA PROSSIMA GUERRA?
Questo secolo nè è la prova, dopo il Kossovo, Afghanistan, Iraq in molti parlano di una guerra imminente all'Iran, già in preparazione.
L'obiettivo degli Stati Uniti è quello di un dominio imperiale mondiale. Qualcosa di nuovo rispetto all'imperialismo studiato a scuola, perchè è l'instaurazione del dominio di un solo paese, della casta dei ricchi banchieri che pretendono di controllare l'intero sistema delle risorse mondiali, non solo del petrolio. In molti dicono compresi gli Usa, che non c'è spazio per 2 "americhe" su questo pianeta, già una è stata devastante. Ma di fatto c'è una seconda america molto più potente, almeno demograficamente che sta irrompendo nel mercato mondiale con prepotenza: la Cina.
1 miliardo e 300 milioni di persone sono entrate all'improvviso nel mondo del consumismo sfrenato tipico dell'occidente.
L'opera distruttiva dello sviluppo umano sta prendendo il sopravvento rispetto alla possibilità della natura di reggere a questa pressione.
Questo mette a repentaglio la vita di tutti, quindi "l'impero" ora deve fare i suoi calcoli e studiare nuove strategie per porre un freno allo sviluppo della Cina.
Il problema vero però è che la Cina è l'unico paese al mondo che non accetta di essere comandato dall'impero, questa è la realtà tutti gli altri anche se con alcuni limiti si possono condizionare, ma la Cina no. Quindi bisogna "ridurre" la Cina ad una condizione di sudditanza nei confronti degli Stati Uniti. La vera partita che si sta giocando su questo pianeta è questa tra Usa e Cina.
Se andrà bene potremo evitare la guerra, se andrà male, la guerra sarà di proporzioni inimmaginabili, rispetto alla quale tutte le precedenti sembrerebbero giochi da bambini. Da questa guerra noi non resteremo fuori in ogni caso, perchè una qualsiasi situazione di squilibrio produrrà una ripercussione su tutta la nostra vita, sui consumi, sull'energia, sul petrolio, sull'ambiente naturale, sul riscaldamento del pianeta, e su tutto il resto.
Sembra una guerra inevitabile, l'unica prospettiva è quella di evitare che gli Usa collidano con la Cina. Sarebbe, il condizionare è d'obbligo, una guerra dove morirebbero centinaia di milioni di persone, perchè se pensiamo che il nemico è un concorrente sul piano dei consumi e delle risorse naturali, si dovrà "eliminare" un bel numero di persone.
E' una cosa sicuramente da prendre sul serio visto che già nei documenti ufficiali della sicurezza Usa, prevedono che da qui al 2017, la Cina diventi il pericolo principale per gli Stati Uniti.
Purtroppo le politiche per rendere l'occidende indipendente dall'oro nero che prima o poi finirà, sono ancora lontane. Ci sarà una gara a chi arriverà prima ai pozzi petroliferi dell'Iran, ma sviluppare energia pulita, investire su fonti rinnovabili per savare questo pianeta è qualcosa di molto lontano dagli interessi economici che girano intorno al petrolio, quindi non c'è nessuna intenzione in questo senso, e all'ultimo G8 è stato ampiamente dimostrato, nel 2050 quando il pianeta terra sarà in coma irreversibile.
(Tratto da un'intervista a Giulietto Chiesa)
martedì 29 luglio 2008
L'UNIONE EUROPEA DELLE BANCHE
il potere della malavita e il grande potere delle banche che confluiscono entrambi nei governi, grazie alle strutture clienterali dei partiti. Il reale potere politico non sta nel parlamento.
Ogni anno uno stato che fa parte dell'UE e che ha adottato l'euro come moneta, preleva "TOT" miliardi in carta-moneta e a fronte di questo prelievo s'indebita del 2,5% con la BCE.
Alla fine dell'anno la BCE fa un bilancio e la differenza tra il costo di stampa della moneta e il suo valore nominale lo riparte tra gli stati membri.
Non si capisce per quale motivo, oltre la forte presenza massonica, di questa ripartizione debba beneficiare anche la Banca d'Inghilterra che non ha adottatol'euro.
Per quale motivo deve beneficiare dei profitti provenienti dall'indebitamento di altri stati?
Inoltre nei paesi membri questi soldi non vanno allo stato che si è indebitato, ma alle banche.
Anche qui da noi quindi, la banca d'Italia che è un'organismo privato costituito dalle maggiori banche del nostro paese (lo stato possiede solo il 5% attraverso l'Imps), beneficia del ricavato del nostro debito pubblico.
L'aumento del debito pubblico dell'Italia è direttamente proporzionale al aumento del profitto dei banchieri.
La Banca d'Italia quando divenne privata, contro il suo stesso statuto che dice debba essere pubblica, incassò 62.000.000.000 di euro, 40 in riserve auree e 22 in valuta pregiata.
Altri paesi europei, sotto la stessa convenzione della BCE utilizzano questi soldi, e sono autorizzati ogni anno ad immettere sul mercato l'equivalente di 5 tonnellate di oro, a riduzione del debito pubblico.
Nonostante i bei discorsi dei vari governatori della Banca d'Italia e dei vari governi sul debito pubblico questi soldi non vengono usati e rimangono nelle loro casse.
lo stato non è mai indipendente dalle banche, ma ne è l'ostaggio tanto quanto noi ne siamo gli schiavi.
Questo è dimostrato dal fatto che grandi agenzie finanziarie come la Goldman Sachs riesce a piazzare i suoi uomini ovunque, Draghi è governatore della banca d'Italia, Ciampi è stato presidende della repubblica, Prodi presidente del consiglio.
Il potere reale sta in questi grandi gruppi finanziari, e tutto quello che successivamente ho letto, ho studiato anche su internet, è conferma di questo. I partiti ormai come i governi sono permeati da questo enorme potere
finanziario e massonico, nei loro vertici, nelle loro strutture determinanti. Questo non vuol dire che non ci siano persone in buona fede
in questo o quel partito che cercano di affrontare i problemi, ma sono ornamentali, la linea di fondo dei partiti attuali è difendere questo sistema economico basato sullo strapotere dei grandi gruppi finanziari e ci ritroviamo dentro un'Europa che non è l'europa dei popoli, ma l'europa delle banche. Noi discutiamo, ma è la BCE che decide la politica; il governo adotta provvedimenti as ostegno degli artigiani, degli agricoltori, ecc. ma la BCE decide la sua politica indipendentemente dalle scelte di chi viene eletto dal popolo.
(Dobbiamo forse sentirci fortunati a non avere una legge elettorale che ci permetta di scegliere chi vogliamo?)
Le banche e i grandi gruppi finanziari che dalla mattina alla sera operano per utilizzare il denaro pubblico hanno fatto un'assicurazione sulla vita: chiunque vinca le elezioni il loro potere e il loro profitto resterà inalterato.
Tratto da un'intervista a Ferdinando Rossi.
giovedì 24 luglio 2008
SALAGADOOLA MECHICKA BOOLA BIBBIDI BOPPIDI BOO: DOVE SONO I RIFIUTI?
"L'emergenza è finita e la scommessa è vinta, la città è pulita. Le strade sono sgombre dalla spazzatura, l’ arretrato è smaltito. Riecco Napoli, finalmente : bella e possibile. E soprattutto pulita"
Così il Consiglio dei Ministri pochi giorni fa, annunciava la risoluzione alla crisi rifiuti: tutto sparito, e senza nemmeno costruire inceneritori, perchè l'unico esitente è sempre quello di Acerra, che ancora non entra in funzione. Degli altri progetti, per ora ancora sulla carta, non si sà ancora nulla dopo che Bertolaso ha bocciato il sito di Agnano proposto dal sindaco Iervolino.
La discarica di Chiaiano, tanto discussa ed ancora contestata dai cittadini, anche se nelle tv nazionali, non si parla di manifestazioni o dell'occupazione del Duomo di Napoli da parte dei vari comitati, rimane per ora una zona militarizata, ma ancora non entra in funzione.
Forse il centro storico e le strade più note sono pulite, i monumenti possono essere visitati, ma Napoli è immensa e basta spostarsi un pò più in la e si vede la stessa drammatica situazione tanto propagandata in campagna elettorale.
Sono ancora migliaia le tonnellate per le strade della città e in periferia, eci sono ancora tante zone di stoccaggio dei rifiuti, che sono terra di nessuno, non controllate e quindi ancora terreno adatto ad accogliere rifiuti tossici, e sicuramente la criminalità organizzata, tiene sotto controllo queste zone molto più dell'esercito.
E mentre Berlusconi dichiara, attraverso i suoi TG, che l'emergenza è finita, a Bruxelles non ci crede nessuno e la procedura d'infrazione rimane aperta.
La raccolta differenziata non riesce a decollare, è partita solo la solita corsa ai 30 milioni di euro stanziati dalla Regione per le province di Napoli e Caserta. Il sindaco Iervolino difende a spada tratta l' Asia, l'azienda municipalizzata per i servizi di igiene ambientale, e "la sperimentazione" fatta nel quartiere Colli Aminei, mentre l'assessore regionale all'ambiente Ganapini, ribadisce che "non c’è bisogno di una sperimentazione per 20 mila abitanti che già ci risulta fanno la differenziata raggiungendo una buona percentuale. C’è bisogno che Napoli tutta passi alle pratiche civili e normali in Europa".
(da un'articolo di Conchita Sannino):
È l´amministratore delegato Alberto Rubegni a tornare sull´argomento da Milano. Usa toni ruvidi durante l´assemblea degli azionisti. «Attualmente il termovalorizzatore che stavamo relizzando ad Acerra è fermo non per colpa nostra, eppure l´impianto è moderno, uno dei migliori, con parametri di emissione più bassi dell´impianto di Milano e di quello di Brescia - segnala Rubegni - C´è stata molta disinformazione, i problemi sorti sulla vicenda sono legati alla burocrazia e agli iter autorizzativi». Poi Rubegni aggiunge il dettaglio che sembra quasi un contrappasso. O uno sgambetto al processo in corso. «Mentre ad Acerra è tutto fermo, l´immondizia campana fa un lungo viaggio e viene bruciata e sarà ancora bruciata in identici termovalorizzatori che noi abbiamo realizzato in Germania». Ovvero: Dusseldorf, Leverkusen, Koln-Niehl, Wuppertal, Kamp-Lintfort, Herten, Weisweiler, Amburgo".