giovedì 19 giugno 2008

L' ACQUA E' UGUALE PER TUTTI



Il nano-governo, presenterà il prossimo 18 luglio, un "Piano per lo sviluppo" che prevede l'obbligo di messa in gara per tutti i servizi pubblici, quindi riguarderà anche l’acqua e il servizio idrico integrato, non si capisce dove sta l'urgenza di queste privatizzazioni a tappeto.
L'acqua è un bene comune di tutti, un vero patrimonio e non una merce a disposizione dei furbetti di turno, da sfruttare ad uso e consumo per l'incremento del proprio capitale finanziario.
L’acqua è un diritto inalienabile ed universale ma scarso e limitato.
Il diritto dell’uomo ad avere libero accesso all’acqua potabile è indispensabile per condurre una esistenza degna. L’acqua, la sua infrastruttura ed il suo servizio devono stare al servizio di tutti.
Le risorse di acqua stanno finendo: è una grave emergenza in molte aree del mondo: ogni giorno 30.000 persone muoiono per cause connesse alla scarsità d'acqua o alla sua cattiva qualità e igiene. Ma l'acqua sta diventando un bene sempre più scarso soprattutto per la cattiva gestione che se ne fà.
Credo che tutti dovrebbero conoscere e ricordare la storia di di Cochabamba in Bolivia.
Questa città oramai è il simbolo mondiale della lotta per il controllo dell'acqua.
Nei primi anni novanta, a Cochabamba, ci fu un forte incremento della popolazione, a causa del trasferimento nella città di molte persone provenienti dalle campagne. Il servizio pubblico che gestiva l'acqua non riusciva a soddisfare la sempre più crescente domanda della popolazione, ma di questo la causa era anche la corruzione statale, di governanti che avevano i propri interessi personali.
La Banca Mondiale che aveva già concesso alla SEMAPA (Servicio de Agua Potable y Alcantarillado de Cochabamba) pacchetti di aiuti finanziari, decise che per risolvere i problemi di Cochabamba, bisognava privatizzare l'intero sistema di approvvigionamento dell'acqua potabile. Fu facile per i malfattori della Banca Mondiale ottenere questo: era il "prezzo da pagare" perchè la Bolivia potesse accedere anche in futuro ai prestiti della BM e del Fondo Monetario Internazionale, come si dice...col ricatto si ottiene tutto!
Nel febbraio 1996 la Banca Mondiale concesse ul prestito di 14 milioni di dollari al comune di Cochabamba per l’espansione del servizio dell’acqua, con la condizione che il comune avrebbe provveduto a privatizzare il servizio stesso. La BM specificò anche al governo boliviano che "non sarebbe stato necessario concedere sussidi alla popolazione come contributo all’aumento della tariffa dell’acqua a Cochabamba". In altre parole, per avere l’acqua, i residenti del comune di Cochabamba, poveri compresi, dal quel momento avrebbero dovuto pagare per l’acqua il prezzo di mercato intero, senza nessun eventuale aiuto da parte dello Stato. Appare quindi indiscutibile il ruolo dominante della Banca Mondiale giocato all’ombra della scelta della privatizzazione.
In una strana asta pubblica a porte chiuse alla quale partecipò un solo offerente, i funzionari boliviani sottoscrissero un contratto di concessione dell’acqua di Cochabamba, per 40 anni, ad una misteriosa nuova società denominata "Aguas del Tunari" (AdT), che poi risultò essere una sussidiaria del gigante di ingegneria californiana Bechtel (legata a Dick Cheney) con diverse partecipazioni tra le quali quelle delle italiane Edison-Aem e della spagnola Abengoa.
Il contratto gaarantiva alla nuova società un utile medio del 16% annuale durante ogni anno in cui vigeva il contratto (40 anni).
Il finanziamento di questo profitto richiedeva un grande aumento del fatturato locale per il rifornimento dell’acqua. Per motivo, poche settimane dopo aver preso possesso del controllo dell’acqua, la società boliviana facente capo alla Bechtel colpì fortemente le popolazioni locali pretendendo un aumento delle tariffe per il servizio dell’acqua di circa il 200%. In una situazione di monopolio assoluto succedeva, ad esempio, che un operaio che guadagnava un salario minimo pari a 60 dollari si ritrovava a dover pagare 15 dollari solo per mantenere attivo in casa sua il servizio dell’acqua corrente!
E così scoppiò la "guerra dell’acqua". L’intera popolazione civile di Cochabamba organizzò una serie di proteste in cui si esigeva l’annullamento immediato degli insostenibili aumenti. Il governo boliviano, in difesa delle multinazionali straniere, mandò 1200 poliziotti per le strade della città andina con lo scopo di soffocarne le proteste.
Nonostante ciò i cittadini di Cochabamba riuscirono ad immobilizzare l’intera città con uno sciopero generale che blocco strade, scuole e negozi. Uno sciopero generale senza precedenti che aveva come obiettivo l’uscita di scena definitiva della Bechtel ed il ritorno dell’acqua in mano statali.
Il presidente Hugo Panzer sancì addirittura il ritorno alle leggi marziali ed la conseguente chiusura della stazione televisiva di Cochabamba, oltre all’arresto di tutti i leader della protesta, ma lo sciopero non si fermò. Il 10 aprile tutti i funzionari della Bechtel furono costretti ad abbandonare il paese. La compagnia dell’acqua passò così sotto il controllo di un corpo esecutivo e amministrativo formato da funzionari municipali e dai leader dei movimenti civili.
La guerra dell’acqua era vinta. Cochabamba insegna....
Qui da noi cosa succederà? Stanno "piazzando" l'esercito prima di qualsiasi rivolta..
Vogliono farci abituare alla militarizzazione delle città così ci sentiremo "al sicuro"....nelle mani del tiranno...

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